La proposta del leader Pd che verrebbe finanziata dall'1% più ricco del Paese. Ma il premier frena: "Non è il momento"
"Non ne abbiamo mai parlato, non l'abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli. L'economia è ancora in recessione". Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa sulla proposta del segretario Pd, Enrico Letta: una dote ai 18enni finanziata con la tassa di successione dell'1% più ricco del Paese. Questa la proposta lanciata infatti stamane dal leader del Pd dalle pagine del Corriere della Sera. "Su @7Corriere- scriveva Letta su Twitter - lancio proposta di dote per i diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione".
Una redistribuzione di risorse a favore della 'generazione Covid', quindi, finanziata con un aumento della tassa di successione che toccherebbe le eredità milionarie. Anticipata dal segretario, questo è l'obiettivo della proposta del Pd, che assegna una dote di 10mila euro alla metà dei 18enni italiani.
La dote viene data sulla base dell'Isee famigliare e toccherebbe a chi oggi ha tra i 13 e i 17 anni, quella che lo stesso Letta ha definito "generazione Covid". Il 'gruzzolo', però, dovrà essere speso per motivi specifici: formazione e istruzione; lavoro e piccola imprenditoria; casa e alloggio. Alla base di questo intervento redistributivo è prevista, appunto, una revisione in senso progressivo delle aliquote su successioni e donazioni superiori a 5 milioni, l'1% degli italiani. Una sorta di allineamento di questi parametri fiscali italiani a quelli Europei. Oggi, infatti, dalle tasse di successione l’Italia incassa circa 800 milioni contro i 6 miliardi della Gran Bretagna, i 7 miliardi della Germania e i 14 miliardi della Francia.
L’aliquota di tassazione per eredità o donazioni superiori a 5 milioni di euro tra genitori e figli, in Italia, è attualmente tra le più basse d’Europa, il 4%. In Germania è al 30%, in Spagna al 34%, in Gran Bretagna il 40%, in Francia il 45%.
Numeri alla mano, secondo la proposta del Pd la dote arriverebbe ogni anno a circa 280mila ragazze e ragazzi: al 1 gennaio 2021 i 18enni erano 566.547 e a ricevere sarebbe il 50% di chi diventa maggiorenne, sulla base dell’Isee familiare.
La proposta del Pd prevede che la dote non sostituisca il diritto allo studio e il welfare studentesco, che i dem intendono anzi rafforzare. Il costo della misura è di circa 2,8 miliardi annui, finanziabili appunto tramite la revisione in senso progressivo delle aliquote sull’imposta sulle successioni e donazioni, mantenendo la franchigia di 1 milione di euro, e portando al 20% l’aliquota massima di tassazione per le eredità e le donazioni tra genitori e figli superiori a 5 milioni di euro.