
“Con la riforma degli ammortizzatori sociali 1 milione 400mila lavoratori in più rispetto al passato oggi hanno diritto alle tutele. Un dato decisamente rilevante che sintetizza meglio di molte parole la nostra idea di riforma del lavoro: dare tutele a chi ne era privo, rimettere al centro il lavoro a tempo indeterminato. E’ questa la chiave con cui guardare anche agli ultimi quattro decreti attuativi approvati nell’ultimo Consiglio dei ministri". Così Teresa Bellanova, sottosegretaria al Lavoro, a margine dell’incontro di ieri sera alla Festa dell’Unità di Genova interamente dedicato alla riforma del lavoro varata dal governo Renzi.
"Con questi fini - spiega - abbiamo scelto di potenziare i contratti di solidarietà, con lo stanziamento di 290 milioni aggiuntivi, affinché anche nei gravi momenti di crisi aziendale i lavoratori e le lavoratrici restino nelle aziende, sul luogo di lavoro, e a questo mirano le misure a sostegno della vita concreta delle donne e delle famiglie, che entrano a regime e diventano strutturali.
"Un'attenzione particolare merita infine la liquidazione definitiva di quella vergognosa pratica delle dimissioni in bianco. Una pratica discriminatoria e violenta, stigmatizzata da una legge voluta dal primo governo Prodi poi abolita dal governo Berlusconi, che oggi viene finalmente e recisamente impedita proprio da quanto deciso nell’ultimo Consiglio dei ministri", afferma.
"Così come una attenzione altrettanto rilevante - prosegue - merita la campagna contro il caporalato e per la dignità del lavoro su cui sono impegnati i ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura, della Giustizia".
"Sbaglieremmo, infatti, a relegare il caporalato come fenomeno residuale che interessa solo gli immigrati, solo l’agricoltura, solo il Sud. Non è così: lo dicono i dati a nostra disposizione come anche l’ultimo rapporto Caritas", avverte.
"Combattere il caporalato significa sottrarre ai caporali la giurisdizione sulla vita dei lavoratori, stranieri o italiani che siano. Significa, ad esempio, spezzare la catena malata che, attraverso i mezzi di trasporto, lega i caporali a lavoratrici e lavoratori e alle imprese, così come è previsto nella recente intesa tra ministero del Lavoro e Aci”, conclude.