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Stretta sui diritti Lgbtq+ e Pride vietato, nuove restrizioni nell'Ungheria di Orban

Si rafforza la linea del governo contro il riconoscimento delle identità di genere non binarie: "Si può essere solo maschi o femmine"

Pride a Budapest nel 2015 - Ipa
Pride a Budapest nel 2015 - Ipa
14 aprile 2025 | 19.32
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Il Parlamento ungherese ha approvato a larga maggioranza un emendamento costituzionale che rafforza il divieto della Pride March e introduce nuove restrizioni contro la comunità Lgbtq+, in quella che viene definita l’ultima offensiva "illiberale" del premier Viktor Orbán. Il provvedimento, passato con 140 voti a favore e 21 contrari, prende di mira anche le persone con doppia o multipla cittadinanza, considerate potenziali "traditori della nazione". In base al nuovo testo, queste persone potranno essere private della cittadinanza ungherese ed espulse dal Paese.

L’emendamento fornisce la base costituzionale alla legge approvata il 18 marzo che vieta la marcia annuale del Pride, limitando la libertà di riunione e suscitando proteste da parte di attivisti e opposizione. Una disposizione centrale stabilisce che "i diritti dei bambini per il loro corretto sviluppo fisico, mentale e morale hanno la precedenza su tutti gli altri diritti fondamentali, fatta eccezione per il diritto alla vita". Il testo ribadisce inoltre che "le persone possono essere solo maschi o femmine" e rafforza la linea del governo contro il riconoscimento delle identità di genere non binarie.

Il partito di opposizione Momentum, che ha organizzato una protesta oggi di fronte al Parlamento, evidenzia le similitudini del provvedimento alle leggi approvate negli ultimi anni in Russia. Con Viktor Orban che, come Vladimir Putin, presenta leggi repressive con la forma della difesa dei valori tradizionali e della protezione dei minori. Il mese scorso è stata approvata una legge che proibisce eventi pubblici organizzati da comunità Lgbtq.

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