
Il New York Times riferisce di spedizioni ferme in vari porti cinesi in attesa di nuove normative
La Cina ferma l'export di diverse terre rare. Pechino, secondo quanto scrive il New York Times, ha sospeso le esportazioni di minerali critici e magneti, essenziali per la fabbricazione di auto così come di droni, robot e missili, minacciando lo stop alle forniture di componenti cruciali per case automobilistiche, industria aerospaziale, bellica e dei semiconduttori. Il New York Times riferisce di spedizioni ferme in vari porti cinesi in attesa di nuove normative. Nel mezzo del botta e risposta tra Washington e Pechino con dazi e controdazi, una volta in vigore il nuovo sistema potrebbe bloccare in modo permanente - evidenzia il giornale - le forniture per alcune aziende, anche gli appaltatori militari americani.
Il New York Times scrive di uno sviluppo che rientra nella "ritorsione" cinese ai dazi annunciati da Donald Trump. "Nessuno si salva" dai dazi degli Stati Uniti "per gli ingiusti rapporti commerciali e per le barriere tariffarie non monetarie che altri Paesi hanno usato contro di noi, soprattutto la Cina che, di gran lunga, ci tratta peggio", ha ribadito ieri il presidente americano in un post su Truth.
Il 4 aprile il governo cinese aveva imposto restrizioni sulle esportazioni di sei metalli degli elementi delle terre rare pesanti (Hree) e di magneti di terre rare, il 90% dei quali prodotti in Cina. I metalli, precisa ancora il quotidiano, possono oggi 'uscire' dalla Repubblica Popolare solo con licenze 'speciali' per l'esportazione, ma Pechino ha appena iniziato a mettere su un sistema per la concessione delle autorizzazioni.
La Cina si è detta pronta a rafforzare la cooperazione con l’Unione Europea e con il resto della comunità internazionale per difendere "le regole del commercio internazionale, l’equità e la giustizia". È quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sulle consultazioni in corso tra Pechino e Bruxelles in merito ai dazi aggiuntivi imposti dagli Stati Uniti.
Lin ha criticato l’approccio di Washington, accusandolo di mettere in pericolo la stabilità globale. "Gli Stati Uniti usano i dazi come arma per esercitare la massima pressione e ottenere vantaggi egoistici, mettendo i propri interessi al di sopra del bene pubblico della comunità internazionale - ha affermato - Questa è una tipica manifestazione di unilateralismo, protezionismo e bullismo economico, che danneggia gravemente gli interessi della Cina, dell’Ue e del resto del mondo".
Secondo Lin, la Cina e l’Unione Europea, in quanto seconda e terza economia mondiale, "rappresentano insieme oltre un terzo dell’economia globale e più di un quarto del commercio globale" e condividono lo stesso approccio al commercio internazionale: "Entrambe le parti sono sostenitrici della globalizzazione economica e della liberalizzazione commerciale, nonché ferme difensori e sostenitrici del Wto".
"La leadership dell’Ue ha sottolineato l’importanza vitale della stabilità e della certezza per una sana economia globale - ha aggiunto Lin - Cina e Ue sono impegnate a favore di un sistema commerciale multilaterale equo, libero e centrato sul Wto, e di uno sviluppo sano e stabile del commercio e delle relazioni economiche globali, che è nell’interesse di entrambe le parti e del resto del mondo".
Il portavoce ha poi ribadito che Pechino continuerà ad agire per difendere i propri interessi economici: "Come grande Paese responsabile, la Cina ha già adottato misure risolute e continuerà a farlo per salvaguardare i propri legittimi interessi".
Infine, Lin ha lanciato un appello alla cooperazione internazionale: "La Cina è pronta a collaborare con la comunità internazionale, inclusa l’Ue, per intensificare la comunicazione e il coordinamento, condividere le opportunità di sviluppo, ampliare l’apertura e la cooperazione e realizzare benefici reciproci. Non solo salvaguarderemo i rispettivi interessi, ma difenderemo anche le regole del commercio internazionale, l’equità e la giustizia".
Intanto 45 accordi di cooperazione sono stati firmati da Cina e Vietnam all'inizio del tour nel Sudest asiatico del leader cinese Xi Jinping, che nei prossimi giorni andrà anche in Malaysia e Vietnam. L'obiettivo della Cina è rafforzare le relazioni commerciali e compensare l'impatto delle misure tariffarie decise da Trump per i prodotti cinesi nel mezzo della guerra dei dazi tra le due superpotenze.
Xi ha incontrato il segretario generale del Partito comunista del Vietnam, To Lam. Gli accordi di cooperazione siglati spaziano dal settore dell'intelligenza artificiale a quello delle ferrovie, dalle catene di approvvigionamento ai pattugliamenti marittimi congiunti. Intese firmate nonostante le dispute territoriali nel Mar cinese meridionale. Per Xi, Vietnam e Cina sono di fronte a "una svolta" nella loro storia e devono "andare avanti mano nella mano". E in un articolo Lam ha assicurato che il Vietnam è "sempre pronto a collaborare con la Cina" per far sì che la cooperazione fra i due Paesi sia "sostanziale, equilibrata e duratura".