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Kosovo, visita Tajani e Crosetto: "Italia vuole essere protagonista nei Balcani, portatrice pace"

Il ministro degli Esteri: "Non è una visita casuale quella organizzata qui"

Adnkronos
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22 novembre 2022 | 19.29
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(Dall’inviata Silvia Mancinelli) - La prima proroga risale a questa estate. Non hanno convinto le proteste violente, le minacce di una tensione violenta, men che mai gli avvisi di multe e gli inviti a godere di agevolazioni sulle truffe automobilistiche. Oggi siamo agli sgoccioli di un ultimo monito lanciato dal capo del governo del Kosovo Albin Kurti ai cittadini di etnia serba perché convertano le loro targhe diventate obsolete. Quarantotto ore all'entrata in vigore della misura, che sono ormai già meno di trenta: nel mentre la mediazione a Bruxelles fallita e la visita di due ministri italiani insieme, Antonio Tajani e Guido Crosetto, che hanno incontrato oggi i rispettivi omologhi serbi e kosovari, prima a Belgrado poi a Pristina, con il fine di essere pacificatori e scongiurare iniziative unilaterali da entrambe le parti per arrivare a un compromesso che risolva fattivamente la questione delle targhe automobilistiche.  L'ennesima miccia di una tensione che divampa e acquieta, a fasi alterne, un fuoco rimasto sempre acceso dal 2008, quando Pristina si è autoproclamata indipendente. 

"Non è una visita casuale quella organizzata qui, è il segno che l’Italia vuole essere protagonista nei Balcani, vuole avere un ruolo di primo piano, essere portatrice di pace. Fin dall'inizio del peggioramento della situazione, nei colloqui con Vucic e Kurti, ho detto che non servono iniziative unilaterali per risolvere il problema" ha detto il capo della Farnesina Tajani. Proprio l'Italia è impegnata fattivamente in Kosovo, con circa ottocento uomini tra Esercito e Carabinieri Msu. Da ottobre è per la tredicesima volta al comando di Kfor, la forza Nato qui in Kosovo, con il generale Angelo Michele Ristuccia subentrato al maggior generale dell'Esercito ungherese Ferenc Kajari.

"In questo momento rappresentiamo il maggiore contributore tra i 27 paesi di Kfor - aveva detto in quella occasione all'Adnkronos  - e per quanto mi riguarda sento il peso della responsabilità di questo incarico, soprattutto in una situazione sicuramente complessa, che rappresenta un momento senza precedenti nella storia contemporanea". "Abbiamo deciso di portare a livello politico lo stesso peso che abbiamo avuto qui dal punto di vista militare finora - ha spiegato il Ministro della Difesa Guido Crosetto - Se l'obiettivo di Kosovo e Serbia è quello di entrare nella grande famiglia dell'Europa, in una famiglia bisogna saper convivere e, quando due membri di una famiglia futura magari non vanno d'accordo, la responsabilità degli altri membri della famiglia è di farli sedere a tavola e farli mettere d'accordo in modo che nessuno dei due, però, si senta alla fine trattato in modo diverso rispetto all'altro". "Vogliamo più Italia ai nostri confini" ha ribadito il primo ministro del Kosovo, Albin Kurti, rivolgendosi nel suo discorso iniziale ai ministri italiani di Esteri e Difesa, Antonio Tajani e Guido Crosetto, che lo hanno incontrato a Pristina.

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