Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag hanno riabbracciato i familiari. Netanyahu: "Bentornate a casa". Israele ferma ritorno sfollati in nord Gaza. Media: "In corso trattative per rilascio Arbel Yehud prima di sabato prossimo"
Sono state liberate da Hamas le 20enni Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e la 19enne Liri Albag. I quattro ostaggi israeliani, dopo essere stati trasferiti alla Croce rossa e consegnati alle truppe dell'Idf nella Striscia di Gaza, hanno potuto riabbracciare i loro familiari in Israele.
Le quattro soldatesse, rilasciate dopo 477 giorni di prigionia, erano salite su un palco, allestito in piazza Palestina a Gaza City, dove è avvenuto il loro rilascio (VIDEO). Le giovani erano arrivate in piazza a bordo di 5 Suv senza insegne. Sul palco erano stati fatti salire anche i rappresentanti della Croce rossa, dove apparentemente avevano firmato dei documenti in vista del rilascio degli ostaggi.
This is the moment 🫶
— Israel Defense Forces (@IDF) January 25, 2025
Welcome home Liri, Daniella, Karina and Naama. 🇮🇱 pic.twitter.com/1DAbWX9Ix4
Le quattro ragazze sono "in condizioni stabili" ha detto in una conferenza stampa Lena Feldman Koren, vice direttrice del Rabin Medical Center nei pressi di Tel Aviv, dove sono state ricoverate: "Dopo una valutazione medica iniziale, sono lieta di riferire le loro condizioni sono stabili".
Israele dal canto suo ha rilasciato in cambio 200 prigionieri palestinesi, in base all'accordo di cessate il fuoco di Gaza, riferisce la tv di stato egiziana Qahera, precisando che i prigionieri si trovano sul lato egiziano del valico di Rafah, al confine con la Striscia di Gaza.
"Dopo il disbrigo delle pratiche necessarie nelle prigioni e l'approvazione delle autorità politiche, tutti i terroristi sono stati rilasciati dalle prigioni di Ofer e Ktziot", si legge nella dichiarazione.
Israele ha affermato che i palestinesi condannati per l'omicidio di israeliani dovrebbero essere deportati definitivamente se liberati in base all'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, e non sarebbe loro consentito di tornare alle proprie case in Cisgiordania o a Gaza.
"Bentornate a casa!", scrive in un post su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu che aggiunge: "Insieme a tutto il popolo d'Israele, io e mia moglie vi abbracciamo con tutto il cuore! Continueremo a lavorare per riportare a casa tutti i nostri rapiti".
Le 4 soldatesse, tra le sette rapite dall'unità di sorveglianza delle Idf presso la base militare di Nahal Oz durante il massacro guidato da Hamas del 7 ottobre 2023, avevano il compito di analizzare in tempo reale le immagini delle telecamere collocate lungo il confine di Gaza. Sono state rapite dai miliziani di Hamas che avevano fatto irruzione nella base uccidendo 52 soldati israeliani. Con loro era stata sequestrata anche una quinta soldatessa, Agam Berger, di cui però non si hanno più notizie.
Intanto sono in corso trattative tra Israele e i mediatori per verificare se la donna civile tenuta in ostaggio Arbel Yehud possa essere rilasciata prima di sabato prossimo. Lo riporta l'emittente pubblica israeliana Kan.
Israele ha affermato che Hamas ha violato l'accordo liberando le soldatesse prima delle prigioniere ancora in vita, e ha affermato che ai palestinesi non sarà consentito di tornare nel nord di Gaza finché non saranno presi accordi per il rilascio della Yehud.
Un funzionario israeliano ha detto a Kan che agli abitanti di Gaza sarà permesso di tornare nella Striscia settentrionale se la Yehud verrà liberata nei prossimi giorni.
"Continuiamo a fare progressi nell'attuazione dell'accordo per il ritorno degli ostaggi e stiamo aspettando l'arrivo di altri ostaggi nel prossimo futuro. Hamas non ha rispettato il suo accordo di dare priorità al ritorno degli ostaggi civili. Insisteremo affinché Arbel Yehoud ritorni, così come Shiri e i figli della famiglia Bibas, per i quali siamo gravemente preoccupati", ha dichiarato il portavoce delle Idf, Daniel Hagari.
"Agam Berger è ancora tenuta prigioniera da Hamas - ha aggiunto Hagari - Ci impegniamo a riportarla indietro e ad assicurare il ritorno di tutti gli ostaggi. I genitori stanno incontrando le loro figlie al centro di accoglienza di Re'im. Abbiamo completato i preparativi per il loro ritorno. Da lì, proseguiranno con i loro genitori verso l'ospedale. La mattina del 7 ottobre, le soldatesse hanno agito coraggiosamente contro il nemico. Molte sono cadute nella feroce battaglia: abbracciamo le famiglie e siamo al loro fianco".
Yehoud è ancora viva e verrà rilasciata la prossima settimana, ha dichiarato un alto funzionario di Hamas. Da parte sua, Israele ha chiesto garanzie per il rilascio della donna e non solo una dichiarazione generica di Hamas sulla questione. Una delle richieste dello Stato Ebraico è che Hamas fornisca una prova che la Yehoud sia ancora in vita e che dimostri la propria capacità di organizzarne il rilascio.
Secondo Hamas Israele sta "ancora rinviando l'attuazione dei termini" dell'accordo sul rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco, non consentendo ai palestinesi sfollati di fare ritorno nel nord della Striscia di Gaza. L'intesa prevede che domani lo Stato ebraico si ritiri da alcune zone del Corridoio Netzarim e consenta ai palestinesi di fare ritorno nel nord di Gaza attraverso la strada costiera. Israele, tuttavia, ha chiarito che non consentirà agli abitanti di Gaza di raggiungere il nord finché Hamas non rilascerà l'ostaggio Arbel Yehud, la cui liberazione era prevista per oggi.
Israele ha chiesto il rilascio di Arbel Yehoud entro due giorni. Lo rivela la tv saudita Al Hadath, secondo cui la richiesta ad Hamas, fatta attraverso i mediatori, segue l'annuncio di Israele che non si ritirerà dal corridoio di Netzarim con la motivazione che il gruppo palestinese ha violato i termini dell'accordo, che prevedevano anzitutto il rilascio degli ostaggi civili.
Tel Aviv ha chiesto, inoltre, ai mediatori che entro la fine della settimana Hamas fornisca informazioni dettagliate sulle condizioni degli ostaggi ancora vivi.
"Gli occhi piangono di felicità per il ritorno di Daniella, Naama, Karina e Liri, ma il cuore si stringe per il video che umilia lo Stato di Israele, alla luce dell'accordo irresponsabile" ha dichiarato su X il leader del partito Otzma Yehudit ed ex ministro per la Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir. In un apparente riferimento ai video delle soldatesse in una piazza di Gaza City diffusi da Hamas prima di liberarle, Ben Gvir ha affermato che "se non distruggiamo Hamas, il prossimo 7 ottobre è alle porte. Dobbiamo riprendere la guerra. E distruggere". Ben Gvir ha votato contro l'accordo e si è dimesso dal governo dopo l'approvazione.
"Oggi il mondo festeggia che il presidente Trump abbia assicurato il rilascio di altri quattro ostaggi israeliani, per troppo tempo trattenuti contro la loro volontà da Hamas in condizioni orribili" scrive la Casa Bianca in una nota. "Gli Stati Uniti continueranno, insieme al loro grande partner Israele, a spingere per il rilascio di tutti gli altri ostaggi e per il perseguimento della pace in tutta la regione".
L'elenco dei nomi comunicati ha messo a rischio l'accordo. Tel Aviv ha sostenuto che l'annuncio di Hamas sulle soldatesse viola l'intesa che prevede che siano rilasciate prima le civili e non le militari così come è accaduto nel primo scambio di domenica scorsa in cui hanno tre donne hanno potuto riabbracciare i loro familiari.
Israele, tuttavia, ha accettato la lista, ritenendo che la violazione non fosse abbastanza grave da far fallire l'accordo. Oltre a cinque soldatesse di sorveglianza, ci sono due ostaggi civili di sesso femminile nella lista originale dei 33 che dovrebbero essere rilasciati nella prima fase dell'accordo di cessate il fuoco: Arbel Yehud, 29 anni, e Shiri Silberman Bibas, 33 anni. Anche i due figli di Bibas, Ariel e il piccolo Kfir, e suo marito Yarden sono nella lista dei 33 da liberare.
Secondo Channel 12 all'origine di quanto accaduto ci sarebbe una disputa interna ad Hamas. L'ala della Jihad islamica palestinese a Gaza si sarebbe opposta alla liberazione di Arbel Yehud. La cittadina tedesco-israeliana ha compiuto 29 anni a Gaza e doveva essere rilasciata domenica scorsa, nel primo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, ma è stata sostituita da Hamas all'ultimo minuto. Al suo posto, domenica è stata infatti rilasciata Emily Damari con doppia cittadinanza israeliana e britannica.