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Ucraina, Russia 'combattiva' a Riad ma Putin non può promettere troppo a Trump

Il presidente russo non può rischiare di fare la fine di Zelensky nello Studio Ovale

Putin e Trump
Putin e Trump
23 marzo 2025 | 00.02
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 La Russia si prepara ai colloqui di Riad di lunedì con gli americani "con spirito costruttivo e combattivo" e dice di aspettarsi "qualche progresso", mentre nella stessa capitale saudita si vedranno i negoziatori statunitensi e quelli ucraini per sessioni separate nel percorso verso il cessate il fuoco.

Intervistato dalla tv Zvedza, Grigory Kasarin, ex diplomatico che presiede la commissione Esteri del Consiglio della Federazione e una delle due personalità che guiderà la delegazione russa a Riad, ha detto: "Noi speriamo di raggiungere almeno qualche progresso".

E, parlando anche a nome dell'altro negoziatore, il consigliere del direttore dell'Fsb Sergey Beseda, ha anticipato che ai colloqui andranno "con spirito costruttivo e combattivo", "l'obiettivo è quello di risolvere almeno una questione". Quale non l'ha precisato, ma nei giorni scorsi il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakhov, aveva parlato del cessate il fuoco nel Mar Nero, così come sottolineato anche nella nota diffusa dalla Casa Bianca dopo la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, nella quale però si parlava dello stop agli attacchi contro le infrastrutture energetiche, rimasto lettera morta.

Che lo spirito sia "combattivo" lo sottolineano con l'Adnkronos alcuni analisti a Mosca, secondo cui "non emergono differenze significative sulla posizione massimalista russa finora espressa al più alto livello sul dossier ucraino".

La cerchia vicina al leader del Cremlino "è effettivamente convinta di avere il coltello dalla parte del manico e questo per due ragioni: la situazione sul campo e lo sdoganamento di Putin da parte di Trump".

Per quanto riguarda il primo punto, però, avvertono gli stessi analisti, sul terreno "le cose non vanno così straordinariamente bene come i russi vorrebbero far credere, anche se certo vanno meglio che agli ucraini".

Quanto al secondo punto, il presidente russo "non può permettersi di promettere a Trump qualcosa che non può mantenere, pena il rischio di fare la fine di Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale e questo spiega perché la tregua invece di essere un elefante è diventata un topolino", come dimostrano gli attacchi di questi giorni.

Gli obiettivi della Russia

I russi vogliono tutto, i territori, il no all'ingresso dell'Ucraina nella Nato, uno stato fantoccio, il punto è capire fino a che punto gli americani andranno loro incontro pur di tenerli al tavolo del negoziato, "questo è il grande dilemma sul quale Trump dovrà trovare una soluzione".

Perché, come si sottolinea, il presidente americano dice di ritenere che Putin voglia la pace, cosa alla quale Kiev e gli alleati europei non credono, mentre lo stesso leader del Cremlino dice di volere la pace ma poi in effetti la rifiuta quando le viene offerta.

"Putin è entrato in Ucraina pensando che sarebbe stata un'operazione facile e veloce. Tre anni dopo, controlla il 20% dell'Ucraina, ma a un costo terribile, terribile. In sostanza, i russi stanno perdendo. Il fatto è che gli ucraini stanno perdendo più velocemente", commenta con la Cnn Mark Galeotti, storico britannico grande esperto di Russia.

Per Putin e la sua cerchia, la spinta di Trump per un cessate il fuoco rappresenta semplicemente un'opportunità per ottenere vittorie rapide mantenendo gli obiettivi di lungo termine, tra cui quello di "eliminare le cause del conflitto", leggasi via Zelensky e no alla Nato.

Secondo gli osservatori a Mosca, c'è un altro punto chiave dei colloqui di Riad ed è l'importanza che russi e americani danno entrambi al rilancio dei rapporti bilaterali, tema per ora prevalente sul resto.

La premessa di tutto però deve essere una: per capire quello che Putin vuole dai colloqui con gli Stati Uniti, è fondamentale ricordare che le due parti si stanno parlando perché è stata Washington a compiere un'inversione a U della sua politica verso la Russia e non perché a Mosca sia cambiato qualcosa.

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