Il presidente russo e la nuova dottrina di Mosca: "Ci riserviamo il diritto di usare l'atomica in caso di aggressione sostenuta da uno Stato nucleare"
Vladimir Putin minaccia l'uso di armi nucleari nella guerra tra Russia e Ucraina. Il messaggio è diretto a Kiev e a Volodymyr Zelensky, ma è evidentemente anche un avvertimento a Joe Biden e agli Stati Uniti, pilastro principale dell'alleanza che sostiene l'Ucraina nel conflitto arrivato a una fase cruciale dopo oltre 900 giorni mentre Zelensky è sbarcato a New York per illustrare il suo piano per la vittoria.
Il presidente russo, nella riunione con il Consiglio di sicurezza sul tema della deterrenza nucleare, fa esplicito riferimento alla modifica della dottrina di Mosca. La Russia si riserva il diritto di utilizzare armi nucleari in caso di aggressione contro la Federazione Russa e la Bielorussia "anche nel caso in cui il nemico, utilizzando armi convenzionali, crei una minaccia critica alla nostra sovranità".
Il ricorso all'atomica, quindi, sarà un'opzione anche se "l'aggressione alla Russia" sarà compiuta "da parte di qualsiasi Stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare": una simile azione sarà considerata "un attacco congiunto alla Federazione Russa". Il riferimento nemmeno troppo velato è al ruolo degli Stati Uniti, potenza nucleare e partner numero 1 dell'Ucraina, come conferma il nuovo pacchetto da 375 milioni che Washington ha varato.
C'è di più: il leader del Cremlino delinea un ulteriore scenario che potrebbe spingere la Russia ad utilizzare armi nucleari. Mosca potrebbe prenderle in considerazione il ricorso se rilevasse l'inizio di un lancio massiccio di missili, aerei o droni contro il proprio territorio. Si tratta di un chiaro riferimento all'attuale situazione nel conflitto con l'Ucraina.
Le forze armate di Kiev, dall'inizio di agosto, hanno varcato il confine e invaso la regione di Kursk arrivando a controllare oltre 1000 km quadrati. L'Ucraina, quindi, può lanciare ondate di droni da posizioni più avanzate e può colpire la Russia in profondità, andando a danneggiare infrastrutture chiave come i depositi di armi e munizioni centrati negli ultimi giorni.
Le parole di Putin, inoltre, sono un chiaro avvertimento anche agli Stati Uniti. Washington non ha ancora concesso all'Ucraina il via libera per utilizzare i missili a lungo raggio Atacms contro obiettivi militari in territorio russo. "Vediamo che la situazione politica e militare moderna sta cambiando e dobbiamo tenerne conto. Emergono nuove fonti di minacce e rischi militari per la Russia e i nostri alleati", le riflessioni di Putin. La minaccia di Mosca, nelle intenzioni del Cremlino, dovrebbe indurre alla prudenza il presidente americano Joe Biden, che sinora non ha dato luce verde.
Il nuovo 'editto' di Putin arriva a circa 3 mesi dal warning inviato da Mosca a giugno: "La Russia ha molte più armi tattiche di quante ce ne siano nel continente europeo e la situazione non cambierebbe se gli Usa portassero le loro armi. L'Europa non ha un sistema di allerta sviluppato. In questo senso sono più o meno indifesi", le parole del presidente russo.
Il nuovo proclama non può ovviamente passare inosservato, ma non pare impressionare l'Ucraina. La prima risposta arriva da Andriy Yermak, capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky: "La Russia non ha più i mezzi per intimidire il mondo a parte il ricatto nucleare. Questi mezzi non funzioneranno".
Un paio di settimane fa è stato Bill Burns, capo della Cia, a ridimensionare le minacce nucleari di Putin. Il numero 1 dell'agenzia americana ha invitato ai Paesi occidentali a "non farsi intimorire dalle minacce nucleari della Russia. Non possiamo permetterci di farci intimidire da questo rumore di sciabole, dobbiamo esserne consapevoli", ha detto.