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Raid di Israele su Gaza, la tregua è finita: "Oltre 350 morti"

Tra le vittime ci sarebbero molti bambini. Centinaia i feriti. Netanyahu: “Azione forte contro Hamas”. La replica: "Ha condannato a morte gli ostaggi"

Gaza - (Afp)
Gaza - (Afp)
18 marzo 2025 | 06.57
LETTURA: 5 minuti

Serie di attacchi aerei di Israele nella Striscia di Gaza, ripresi nella notte su ordine di Benjamin Netanyahu, che ha ordinato "la ripresa della guerra" contro Hamas, dopo che gli sforzi per estendere il cessate il fuoco sono falliti. Il bilancio delle vittime continua a salire. Sarebbero 356 i morti secondo quanto denunciato da fonti mediche dell'enclave palestinese, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas, citate dalla tv satellitare al-Jazeera.

Poco prima il direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, aveva affermato che la maggior parte delle vittime sono donne e bambini palestinesi, mentre i feriti sono centinaia".

Secondo quanto appreso dall'Afp da due fonti del movimento di resistenza islamico, tra le vittime c'è anche il generale di divisione Mahmoud Abu Watfa, che era a capo del ministero dell'Interno del governo di Hamas.

Israele ordina sgombero varie aree: "Grande offensiva contro terroristi"

Intanto sono arrivati nuovi ordini di sgombero delle Idf per gli abitanti di alcune zone della Striscia di Gaza, tutte alle estremità dell'enclave palestinese di nuovo nel mirino di raid aerei. Su X il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, chiede agli abitanti di "lasciare immediatamente" aree che vengono definite "pericolose" perché "zone di combattimento". Nel messaggio vengono citate le aree di Beit Hanoun, Khirbet Khuza'a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida e i civili vengono sollecitati a spostarsi nella parte occidentale di Gaza City o a Khan Younis perché "le Idf hanno lanciato un'offensiva potente contro le organizzazioni terroristiche".

Le parole di Netanyahu

L'ufficio del primo ministro Netanyahu, che ha deciso di riunire il gabinetto di sicurezza per questa mattina, ha dichiarato che lui e il ministro della Difesa Israel Katz hanno dato istruzioni alle Forze di Difesa Israeliane (Idf) di intraprendere “un'azione forte contro l'organizzazione terroristica di Hamas” nella Striscia di Gaza. “Questo fa seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, così come al suo rifiuto di tutte le proposte ricevute dall'inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in un post su X. “Israele, d'ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in una dichiarazione riportata dal Times of Israel, aggiungendo che i piani per la ripresa delle operazioni militari sono stati approvati la scorsa settimana dalla leadership politica.

Israele continuerà a combattere a Gaza "fino a quando gli ostaggi non saranno tornati a casa e non saranno stati raggiunti tutti gli obiettivi", ha affermato Katz.

"Come promesso" le forze israeliane hanno ripreso le operazioni nella Striscia di Gaza "con un attacco potente con l'obiettivo di distruggere Hamas, riportare a casa tutti gli ostaggi e rimuovere la minaccia rappresentata dalla Striscia di Gaza per i cittadini israeliani". E' quanto afferma il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich.

La reazione di Hamas

Dal canto suo Hamas ha dichiarato che Netanyahu, con la sua decisione di "riprendere la guerra", "ha condannato a morte gli ostaggi" che si trovano ancora a Gaza. "Netanyahu e il suo governo estremista hanno deciso di sabotare l'accordo di cessate il fuoco - accusa il movimento in una nota - La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell'occupazione e di imporre loro la condanna a morte”. Hamas denuncia poi che il premier israeliano continua a usare la guerra a Gaza come "una scialuppa di salvataggio" per distrarre dalla crisi politica interna.

Hamas ha quindi esortato i mediatori internazionali a “ritenere l'occupazione israeliana pienamente responsabile della violazione dell'accordo” e ha sottolineato la necessità di “fermare immediatamente l'aggressione”.

Usa sapevano della nuova ondata di raid

La Casa Bianca dal canto suo ha confermato che Israele ha consultato l'amministrazione americana prima di lanciare la nuova ondata di raid. "Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, al Times of Israel, dopo la ripresa dei raid israeliani contro la Striscia di Gaza.

La portavoce del presidente americano, Karoline Leavitt, dal canto suo ha confermato che "l'amministrazione Trump e la Casa Bianca sono stati consultati dagli israeliani sugli attacchi a Gaza della scorsa notte". Parlando al programma 'Hannity' su Fox News, Leavitt ha ricordato: "Come il presidente Trump ha chiarito, Hamas, gli Houthi, l'Iran, tutti quello che cercano di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti pagheranno un prezzo, si scatenerà l'inferno".

Il cessate il fuoco era rimasto in vigore per circa due settimane e mezzo dopo la conclusione della prima fase, mentre i mediatori lavoravano per mediare nuovi termini per l'estensione della tregua. Hamas ha insistito per attenersi ai termini originali dell'accordo, che sarebbe dovuto entrare in vigore nella sua seconda fase all'inizio del mese. Questa fase prevedeva che Israele si ritirasse completamente da Gaza e accettasse di porre fine definitivamente alla guerra in cambio del rilascio degli ostaggi ancora in vita. Sebbene Israele abbia firmato l'accordo, Netanyahu ha insistito a lungo sul fatto che Israele non porrà fine alla guerra fino a quando le capacità militari e di governo di Hamas non saranno state distrutte. Di conseguenza, Israele ha rifiutato anche solo di tenere colloqui sui termini della fase due, che avrebbe dovuto iniziare il 3 febbraio.

La minaccia degli Houthi

Gli Houthi dello Yemen "condannano la ripresa dell'aggressione del nemico sionista contro la Striscia di Gaza". "I palestinesi non verranno lasciati soli in questa battaglia e lo Yemen continuerà con il suo sostegno e la sua assistenza e intensificherà il confronto", minaccia il Consiglio politico supremo degli Houthi, che da anni l'Iran è accusato di sostenere, come riportano le tv satellitari arabe.

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