
Il presidente francese dopo il summit all'Eliseo: "Non c'è unanimità su forza di rassicurazione condotta da Gb e Francia, ma non serve". La premier ribadisce: "Non è prevista partecipazione Italia a eventuale forza militare sul terreno"
E' "molto chiaro" che la Russia "negli ultimi giorni e in queste ultime settimane finge di aprire negoziati per scoraggiare l’avversario e, allo stesso tempo, intensificare gli attacchi. E' semplicemente ciò che sta accadendo". Così il presidente francese, Emmanuel Macron, in conferenza stampa a Parigi dopo il summit sull'Ucraina.
Il summit è stato convocato da Macron con la volontà di organizzare, insieme al primo ministro britannico, Keir Starmer, una coalizione di Paesi "willing and able", volonterosi e capaci, disposti ad aiutare l'Ucraina in vista di un eventuale cessate il fuoco, che sarebbe il primo dal 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso il Paese vicino. Macron ha telefonato a Trump, ''prima'' del vertice, ha reso noto l'Eliseo.
"Il nostro obiettivo è chiaro - ha sottolineato il presidente francese al termine del summit - fondamentalmente è vincere la pace. E dobbiamo mettere l’Ucraina nella migliore posizione possibile per negoziare" una pace durevole e solida. "In questo terzo anno di guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina - ha detto Macron - siamo chiaramente a un punto critico. E voglio rendere omaggio sia al ruolo del presidente Donald Trump sia al coraggio del presidente Volodymyr Zelensky".
Macron ha spiegato che al summit "abbiamo riconosciuto all’unanimità il fatto che non è il momento giusto per revocare le sanzioni, quali che siano". "Si tratterebbe solo di una politica di revoca delle sanzioni prima che la pace sia veramente stabilita. Intendiamo quindi mantenere la pressione economica, in particolare su questo punto", ha sottolineato.
Quanto all'eventuale costituzione di una forza di rassicurazione in appoggio all'Ucraina, "posso rassicurarvi sul fatto che non c'è bisogno dell'accordo della Russia. Deriva dal diritto internazionale e non è la Russia che deciderà che cosa succede sul territorio ucraino". La forza di rassicurazione, ha aggiunto il presidente francese, sarà "condotta da Gran Bretagna e Francia ed è desiderata dall'Ucraina. E' composta anche da altri Stati membri, che hanno segnalato la volontà di unirsi. Non c'è l'unanimità su questo, e questo si sa, ma non abbiamo bisogno dell'unanimità per farla", ha osservato.
Macron ha spiegato che una “équipe franco-britannica” sarà inviata “nei prossimi giorni” in Ucraina per lavorare con l’esercito di Kiev, allo scopo di “rafforzarlo” e “scoraggiare” ulteriori aggressioni russe, gettando così le basi per l’invio di una forza di “rassicurazione” nel Paese in guerra con Mosca.
Al termine del vertice Palazzo Chigi ha reso noto che "ribadendo che non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno", nel corso del summit "il Presidente Meloni ha sottolineato l'importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina, auspicando il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento".
Il vertice di Parigi sull'Ucraina, si sottolinea, "ha permesso di ribadire l'impegno dei partner europei e occidentali per una pace giusta e duratura, che necessita del continuo sostegno all'Ucraina e di garanzie di sicurezza solide e credibili che il Presidente del Consiglio ha riaffermato debbano trovare fondamento nel contesto euroatlantico, anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall'articolo 5 del Trattato di Washington. Ipotesi su cui il Presidente Macron ha sollevato con interesse l'opportunità di un approfondimento tecnico, che il Presidente Meloni ha accolto con favore".
Nel corso del summit i leader "hanno anche discusso l'importanza di una efficace attuazione e monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, in linea con la posizione del Governo italiano", si legge nella nota di Palazzo Chigi. La premier ha, inoltre, "indicato come sia ora importante poter estendere il cessate il fuoco parziale alle infrastrutture civili, come le scuole e gli ospedali, con l'obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco totale".
''E' assolutamente chiaro che la Russia sta cercando di ritardare la pace'' e questo ''non è ancora il momento di revocare sanzioni'', ha dichiarato a Parigi il premier britannico Starmer che ha parlato di "incontro costruttivo'', sottolineando che i leader europei hanno concordato sulla necessità di un maggiore sostegno a Kiev "per garantire che l'Ucraina sia nella posizione più forte possibile, sia ora sia nei futuri negoziati".
Secondo Starmer si sta assistendo al "classico copione di Putin, sta prendendo tempo''. "Abbiamo concordato qui a Parigi oggi che è chiaro che i russi stanno facendo ostruzionismo. Stanno giocando per guadagnare tempo - ha detto - E' un classico della strategia di Putin, ma non possiamo permettere che si trascinino per le lunghe mentre continuano a perseguire la loro invasione illegale".
Il premier britannico ha quindi affermato che c'è "completa chiarezza sul fatto che non è ancora il momento di revocare le sanzioni", ''al contrario, abbiamo discusso di come possiamo aumentare le sanzioni per sostenere l'iniziativa degli Stati Uniti, per portare la Russia al tavolo delle trattative attraverso ulteriori pressioni da parte di questo gruppo di Paesi".
Quanto all'accordo di pace "verrà reso operativo non appena assumerà una forma precisa''. E perché ciò avvenga ''è necessario il sostegno e l'impegno degli Stati Uniti''. Gli sviluppi dovranno vedersi nell'arco di "giorni e settimane", non di "mesi", ha messo in chiaro.
"Non voglio porre una scadenza vincolante, ma dobbiamo vedere lo sviluppo di questo processo nel giro di giorni e settimane, non di mesi, dobbiamo andare avanti in quella direzione", ha affermato. L'attenzione, ha aggiunto, è rivolta a continuare a fare più pressione sulla Russia "per arrivare al tavolo e negoziare davvero".
"La Russia non vuole alcun tipo di pace", ha ribadito il presidente ucraino Zelensky al termine del vertice, sostenendo che "Putin vuole negoziare sui territori da una posizione più forte: pensa solo alla guerra". "Quindi il nostro lavoro è la difesa nel senso più ampio del termine. Ciò significa mantenere attivi gli aiuti militari, ma abbiamo anche bisogno di investimenti, più progetti congiunti, co-produzione e localizzazione, tutti volti ad aumentare e sviluppare la nostra produzione di difesa, dai proiettili ai droni e ai missili", ha affermato.
Le condizioni che la Russia ha posto per il cessate il fuoco nel Mar Nero "sono irrealistiche", sono solo un modo "per prendere tempo", è l'accusa rilanciata da Zelensky, assieme alla denuncia che, "secondo la nostra intelligence, la Russia si sta preparando per nuove offensive contro le regioni di Sumy, Kharkiv e Zaporizhzhia". "Stanno trascinando i colloqui e cercando di far impantanare gli Stati Uniti in discussioni infinite e inutili su false 'condizioni' solo per guadagnare tempo e poi cercare di accaparrarsi più terra", ha detto Zelensky. E "lo stesso vale per l'idea di un cessate il fuoco nel Mar Nero: la Russia sta cercando di imporre le proprie condizioni ai nostri partner, ma queste condizioni sono irrealistiche".
Il presidente ucraino ha avvertito che "togliere le sanzioni alla Russia ora sarebbe un disastro per la diplomazia". "I segnali arrivati dall'Arabia Saudita sul tema delle sanzioni, sulla possibile revoca delle sanzioni... sono molto pericolosi", ha affermato in conferenza stampa a Parigi.
Secondo Zelensky, Putin "vuole dividere l'Europa e gli Stati Uniti". "La sua macchina al Cremlino sta lavorando da più di un anno per indebolire l'Europa, per dividere l'Unione Europea, dividere gli Stati Uniti, gli Stati dall'interno, per quanto riguarda il sostegno o il non sostegno all'Ucraina", ha scandito.
In merito al dibattito sul possibile dispiegamento di truppe europee in Ucraina dopo il cessate il fuoco, "per quanto riguarda le azioni di questo contingente, le sue responsabilità - cosa può fare, come può essere usato, chi ne sarà responsabile - ci sono molte domande. Finora ci sono poche risposte”, ha ammesso il presidente ucraino.
Uscendo dal summit di Parigi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha voluto sottolineare tre punti chiave: "Il primo riguarda l’ampia discussione su come rafforzare il sostegno all’Ucraina nel breve termine, sia dal punto di vista finanziario che militare: le esigenze militari dell’Ucraina devono essere soddisfatte, ma anche quelle finanziarie. E su questo posso dire che anticiperemo la parte europea dei prestiti del G7 destinati all’Ucraina. Il secondo tema è mantenere alta la pressione sulla Russia. È stato molto chiaro che le sanzioni resteranno in vigore. Il nostro obiettivo è un accordo di pace giusto e duraturo".
"Il terzo punto fondamentale riguarda il sostegno a lungo termine all’Ucraina e la nostra postura difensiva europea. In questo ambito, il piano Readiness 2030 è ovviamente cruciale. Offre fino a 800 miliardi di euro di possibilità di investimenti in difesa per gli Stati membri. Questo significa, ad esempio, appalti congiunti con l’Ucraina, nell’Ue ma anche con l’industria della difesa ucraina. Significa rafforzare la base industriale della difesa dell’Ucraina. E naturalmente, abbiamo anche bisogno di una postura di deterrenza e difesa credibile all’interno dell’Ue. Per questo dobbiamo sviluppare anche la nostra base industriale della difesa", ha concluso von der Leyen.
Mosca da parte sua ha rimarcato di essere "contraria in modo categorico'' all'invio di forze di peacekeeping in Ucraina, ''una sorta di missione per il mantenimento della pace che maschera i piani di Londra e Parigi per un loro intervento militare'', ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.