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Ucraina, Tajani: "Russia deve decidere e dimostrare se vuole pace"

Il ministro degli Esteri intervenendo alla Camera: "Kiev ha già accettato le intese". E ribadisce: "Non è prevista alcuna partecipazione truppe italiane". Crosetto: "Guerra tutt'altro che conclusa"

Antonio Tajani - (Fotogramma/Ipa)
Antonio Tajani - (Fotogramma/Ipa)
27 marzo 2025 | 09.25
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''E' la Russia che deve decidere se vuole la pace oppure no''. Perché "Kiev ha già accettato le intese. Ora tocca a Mosca darvi attuazione e dimostrare di voler portare avanti il percorso verso la tregua''. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo alla Camera nell'ambito dell'esame congiunto della Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2025.

''Una pace che deve essere giusta e duratura, basata sui principi chiave che abbiamo ribadito, da ultimo, alla riunione dei Ministri degli Esteri del G7 in Canada delle scorse settimane'', ha aggiunto Tajani.

E l'Italia è ''in prima linea per la ricostruzione dell'Ucraina, che è un prerequisito per una pace solida e duratura. Questo sarà l'obiettivo della Conferenza sulla ricostruzione che ospiteremo a Roma a luglio. Stiamo lavorando per rendere la Conferenza un trampolino di lancio per la pace'', ha dichiarato quindi Tajani.

Poi ribadisce: ''Non è prevista alcuna partecipazione nazionale'' a un’eventuale forza militare sul terreno in Ucraina. ''Per quanto riguarda l’attuazione e il monitoraggio del cessate il fuoco, sosteniamo da tempo un ruolo profilato delle Nazioni Unite, nella cornice autorizzativa del Consiglio di Sicurezza, di cui fanno parte – come sapete – anche Russia e Cina'', ha aggiunto Tajani, sottolineando che ''garanzie di sicurezza efficaci necessitano infatti del più ampio consenso internazionale. E non possono prescindere dagli Stati Uniti''.

L'Italia è ''impegnata nella costruzione, insieme ai nostri alleati europei e occidentali, a partire dagli Stati Uniti, di garanzie di sicurezza solide ed efficaci per l’Ucraina che trovino fondamento nel contesto euro-atlantico'', ha dichiarato ancora. ''Questo anche sulla base di un modello che possa ricalcare in parte quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington, ipotesi che sta riscontrando sempre più interesse'', ha aggiunto.

Crosetto: "Guerra tutt'altro che conclusa, incremento portata attacchi russi"

"Le soluzioni per porre fine a questo disastro - nel quarto anno di scontri tra Russia e Ucraina - non sono semplici, malgrado gli sforzi diffusi per portare tutti gli attori a produrre, quanto prima, avvicinamenti concreti al tavolo dei negoziati. L’Ucraina sta lottando per tornare, finalmente, a una vita normale e sicura, e per avere una pace giusta e duratura, come è sotto gli occhi di tutti. Ma negli ultimi mesi, gli attacchi russi hanno registrato un incremento di intensità e portata, colpendo indiscriminatamente obiettivi militari e infrastrutture pubbliche, in particolare energetiche. Si è registrato un aumento delle vittime per effetto dell’uso intensivo di droni, missili a lunga gittata e fuoco d’artiglieria. La Russia, come sta accadendo in quest’ultimo periodo, è ancora intenzionata a guadagnare territori ucraini ed è capace di sferrare attacchi massici impiegando in una sola settimana ben oltre 1000 ordigni fra bombe aeree guidate, droni d'attacco e missili di vario tipo. La guerra è tutt’altro che conclusa. Attacchi che non si sono fermati neanche nel corso delle attuali interlocuzioni negoziali", ha detto dal canto suo il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

"La Russia riesce a sostenere questo sforzo attraverso un’economia di guerra, spendendo oltre il 40% del proprio budget a tal fine - sottolinea - e produce, anche grazie al sostegno di Iran, Cina e Corea del Nord, molte più armi di quelle che produceva tre anni fa. Purtroppo, il tempo e i morti, come ho detto più volte in questi anni, non sono per Putin un fattore scoraggiante. L’aggressione sembra non conoscere limiti e la Russia continua a riarmarsi e a reclutare civili puntando a ben oltre un milione di soldati. Noi non veniamo meno all’impegno assunto a sostegno dell’Ucraina, affiancato da una decisa azione diplomatica. Ed è quello che facciamo ininterrottamente, come Governo, dalla premier al ministro degli Esteri, a me, da quando è iniziato questo atroce conflitto, alla ricerca incessante di una pace giusta e duratura, per evitare che l’Ucraina cessi di esistere quale Nazione indipendente".

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