Anche nota come Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale, è temuta per il rientro dei tifosi dai Mondiali di calcio in Qatar
La cosiddetta 'influenza del cammello' - anche nota come Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale -, temuta per il rientro dei tifosi dai Mondiali di calcio in Qatar, può davvero essere un rischio per l'Italia? A rispondere sono gli esperti Bassetti, Ciccozzi, Minelli, Pregliasco.
"E'un virus che conosciamo da dieci anni e non è mai riuscito realmente ad uscire dal Medio Oriente nonostante ci siano stati dei cluster in chi si recava in pellegrinaggio a La Mecca. E' un virus che ha contagiosità molto bassa, quindi il rischio da chi rientra in Europa è difficile. Chi è del mestiere conosce la Sindrome respiratoria mediorientale da anni, è un problema vecchio che non credo tornerà fuori", risponde all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. "Dobbiamo concentrarci sul problema che stiamo vivendo oggi: l'incrocio influenza-Covid ed eviterei di pensare a questo virus 'lontano'", aggiunge Bassetti. "Va bene un monitoraggio verso chi rientra da quelle aree ma non c'è nessun allarme. Mi pare poi che ci siano pochi italiani in Qatar, non abbiamo partecipato al Mondiale e quindi dobbiamo stare piuttosto tranquilli".
"Dal 2021 al novembre 2022 ha causato 2.600 contagi, ha un tasso di letalità alto del 34-36%, ma si trasmette dal dromedario all'uomo e il 90% dei casi registrati quest'anno, meno di una decina, sono di questo tipo e non di trasmissione uomo-uomo che sono poco probabili e solo se si beve il latte crudo di cammello e non toccando l'animale. Quindi il rischio di contagio da chi torna in Italia dal Mondiale in Qatar è davvero poco probabile", spiega quindi all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. "E poi - aggiunge l'esperto - se rispettiamo una semplice norma che abbiamo imparato in questi due anni di pandemia Covid, lavarsi spesso e bene le mani, il rischio di contagio si riduce notevolmente".
"Ritengo plausibile una minima soglia d'allarme rispetto a uno scenario di contagio dal cosiddetto 'virus dei cammelli', non trascurando di ricordare che la Mers è una sindrome respiratoria grave ma già conosciuta. Al netto di ogni deprecabile psicosi, bisogna dire che la Mers è la sorella cattiva della Covid con percentuali di rischio morte ben più elevate tuttavia, dalla letteratura scientifica disponibile, risulta essere molto meno contagiosa, con qualche dubbio relativo al passaggio diretto da uomo a uomo, che farebbe una differenza strategica", le parole all'Adnkronos Salute dell'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. "Del resto - prosegue - la Mers, che tanto preoccupa gli sportivi di ritorno dai deserti del Qatar per i Mondiali di calcio, ha dato prova di essere temibile ma non ha raggiunto mai dimensioni pandemiche, e questo è un precedente del quale tenere conto e sul quale i ricercatori potrebbero concentrarsi per capire il livello del potenziale allarme". "Su un punto però dovremmo essere tutti d'accordo - conclude l'immunologo - mettere a frutto la lezione della pandemia da Covid-19 per non trovarci di nuovo in balia delle onde dinanzi ad un eventuale futuro cataclisma sanitario".
La Mers "è una patologia che conosciamo dal 2012, è un coronavirus che ha un'alta letalità e che non si riesce a controllare da allora nelle regioni del Medio Oriente. E' sostanzialmente come Covid/Sars-CoV-2". E, in considerazione dell'alto numero di spostamenti in occasione dei Mondiali di calcio, la presenza di un possibile rischio correlato alla diffusione di questo virus va vista "come esigenza di sorveglianza". A inquadrare all'Adnkronos Salute la portata di questo alert è quindi anche il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell'università Statale di Milano.
INFLUENZA DEL CAMMELLO: IL QUADRO - Alcuni Paesi hanno effettivamente segnalato la necessità che le autorità sanitarie e i medici vengano sensibilizzati sul rischio di Mers nei viaggiatori al rientro dalla Coppa del mondo che si svolge in Qatar. Anche su 'The Lancet Global Health' un gruppo di esperti di diversi centri con sede dall'Arabia Saudita al Portogallo, fanno presente che il rischio di un aumento della trasmissione di Mers non è da sottovalutare, per via del fatto che due maxi eventi che si stanno svolgendo in contemporanea nel Paese - i Mondiali e un festival per il concorso di bellezza dei cammelli del Camel Mzayen Club - stanno attirando centinaia di migliaia di persone dal Medio Oriente e da tutto il mondo. E molti partecipano a entrambi questi raduni di massa, interagendo a stretto contatto tra loro e con i cammelli, "creando - scrivono gli autori del commento - condizioni ideali per la trasmissione di agenti patogeni zoonotici associati ai cammelli con potenziale epidemico. Questi agenti patogeni includono il Mers-CoV, altamente letale. I cammelli dromedari in Medio Oriente sono un importante serbatoio di Mers-CoV. Gli esseri umani vengono sporadicamente infettati attraverso il contatto diretto o indiretto con cammelli o latticini di cammello infetti". Effettivamente è possibile - ammette Pregliasco - e si tratta un po' di verificare le connessioni. Questa è una zoonosi che vede cammelli e altri mammiferi come possibili capi che si infettano e possono trasmettere anche la malattia all'uomo. E' un segnale di attenzione da cogliere. Lo abbiamo capito con Sars-CoV-2 che l'interconnessione di più persone da luoghi diversi può determinare questo rischio".
Segnalato come nuovo patogeno umano dall'Arabia Saudita nel 2012, Mers-CoV all'1 novembre 2022 a livello globale ha all'attivo 2.600 casi confermati in laboratorio, inclusi 894 morti (tasso di letalità 34%), segnalati da 27 Paesi. Gli scienziati che hanno scritto sulla rivista del gruppo The Lancet spiegano che "sebbene la maggior parte delle infezioni si sia verificata in Medio Oriente, anche 8 Paesi in Europa hanno segnalato infezioni confermate, tutte con collegamenti di viaggio con la penisola arabica. Nel maggio 2022, le autorità del Qatar hanno segnalato all'Oms due persone con Mers, di cui una è deceduta. Entrambi avevano avuto contatti con cammelli e avevano consumato latte di cammello crudo". Elementi che spingono gli esperti a ribadire: "Il rischio che i visitatori del Qatar tornino nei loro Paesi d'origine infettati da Mers-CoV rimane reale".