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VINO E SALUTE

Il vino migliora la funzione cognitiva degli anziani

Uno studio giapponese rileva che le persone di età superiore ai 75 anni possono trarre beneficio dal consumo di un normale bicchiere di vino. Meglio se rosso.

Il vino migliora la funzione cognitiva degli anziani
26 luglio 2022 | 11.27
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Che i giapponesi siano la popolazione più longeva al mondo con una media di 85 anni - 87 anni per le donne e 80 per gli uomini - è risaputo. Ma il dato più interessante è che, in media, i giapponesi, vivono i primi 75 anni della loro vita in perfetta salute, lontano da ospedali, medici e case di cura. Che cosa li rende così longevi e resistenti? Quali sono i fattori che influenzano la salute?

Secondo Wine Spectator, i ricercatori dell'Università di Osaka e del Tokyo Metropolitan Institute of Gerontology, in un recente studio che ha esplorato la loro funzione cognitiva, hanno raccolto dati sia sulla salute sia sullo stile di vita dei giapponesi di età superiore ai 75 anni. La scoperta rilevante è che un consumo moderato e coerente di vino è associato proprio a una funzione cognitiva più elevata.

Lo studio, pubblicato su BMC Geriatrics, ha seguito 1.226 uomini e donne in Giappone, di età compresa tra 75 e 87 anni, nel 2016 e nel 2017. Iniziato nel 2010, ha seguito i partecipanti ogni tre anni. I soggetti sono stati reclutati dalla coorte SONIC (Settuagenarians, Octogenarians, Nonagenarians e Investigation with Centenarians).

Gli operatori sanitari hanno chiesto ai partecipanti informazioni sul consumo di alcol misurando di conseguenza la funzione cognitiva tramite la versione giapponese del Montreal Cognitive Assessment (MoCA). Il MoCA è un test di screening progettato per assistere gli operatori sanitari nell'individuazione del decadimento cognitivo lieve e del morbo di Alzheimer. Il MoCA è valutato su un punteggio da 0 a 30: gli adulti di qualsiasi età mostrano un punteggio medio di 26. Un valore inferiore a 22 suggerisce un deterioramento cognitivo moderato. I ricercatori hanno registrato la frequenza del consumo di alcolici e i tipi di bevande alcoliche, tra cui birra, vino, whisky, liquori di riso giapponesi e sake. La frequenza del consumo di alcol è stata suddivisa in quattro categorie: nessuno, meno di un giorno a settimana, da uno a sei giorni a settimana e tutti i giorni. Per gli uomini, il consumo di alcol è stato classificato come nullo (0 grammi di alcol), moderato (da 1 a 39 grammi), da moderato a eccessivo (da 40 a 59 grammi) ed eccessivo (da 60 grammi e oltre), mentre per le donne le soglie erano la metà (un bicchiere di vino medio contiene 14 grammi di alcol..

I ricercatori hanno scoperto che i partecipanti che hanno riferito di bere alcolici da uno a sei giorni alla settimana avevano il punteggio MoCA più alto, a 23,6 punti (la media era 22,7), e un aumento significativo della funzione cognitiva rispetto a coloro che non bevevano. Dopo aver valutato ogni tipologia di bevanda alcolica, hanno scoperto che il vino era l’unica bevanda con la più forte correlazione positiva con la funzione cognitiva. Nessuna correlazione invece per il sake.

"Abbiamo esaminato le associazioni con la funzione cognitiva per altri tipi di alcol oltre al vino e abbiamo trovato associazioni significative solo per il vino", ha detto a Wine Spectator la dott.ssa Yuya Akagi. "Questo suggerisce che solo le sostanze specifiche del vino influiscono sulla funzione cognitiva, in particolare gli antiossidanti come i polifenoli". Meglio quindi il vino rosso rispetto al bianco perché ne conterebbe quantità più alte, tra cui il resveratrolo.

Lo studio si è concentrato più sulla frequenza del consumo che sul volume. I risultati hanno suggerito un consumo di alcol moderato indipendentemente dalla frequenza. Un’influenza positiva sulla funzione cognitiva arriva anche da fattori sociali: "Riteniamo che non solo gli effetti del vino, ma anche il contesto del consumo di vino, come il tempo trascorso a divertirsi e parlare con amici e familiari, possano avere un impatto molto positivo sulla funzione cognitiva", ha affermato dott.ssa Yuya Akagi.

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