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Carlo Cimbri: il manager velista tra le onde del risiko

"Per amministrare un’azienda devi essere in grado di anticipare quello che succederà. La vela e la moto sono la stessa cosa"

Carlo Cimbri: il manager velista tra le onde del risiko
28 marzo 2025 | 15.41
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Ha lavorato sempre nello stesso posto: da semplicissimo impiegato ad amministratore delegato. Ma in 10 giorni ha percorso sulle due ruote 5.600 chilometri, da Bologna a Gibilterra: ritorno compreso. Carlo Cimbri, classe 1965, presidente del Gruppo Unipol: ama la motocicletta e la vela. Alcune delle sue idee lavorative, dicono i ben informati, sono nate proprio lì: in sella, durante qualche viaggio, tra un pieno sigaretta e una ripartenza.

Ma tutto questo cosa c'entra con la Finanza? Risposta del diretto interessato in un'intervista: "Per amministrare un’azienda devi essere in grado di anticipare quello che succederà. La vela e la moto sono la stessa cosa: in vela sei quello che hai deciso mezz’ora prima, sentendo il rumore del vento; in moto sei quello che hai deciso un secondo prima". Sembra, suggerisce qualche osservatore, una risposta non voluta (allora il risiko non c'era) all'amministratore delegato di Popolare di Sondrio, Alberto Pedranzini, deluso dal cambio di opinione del presidente di Unipol, che in passato aveva definito sbagliata una fusione tra l'istituto valtellinese e Bper (Unipol è socio di entrambe), salvo poi appoggiare l'Ops lanciata da quest'ultima.

Ma il vento cambia - è la dura legge del mare - e il velista Cimbri lo sa, le parole in conferenza stampa di oggi: "E' bello stare da soli ma il mondo cambia, evolve: da soli in un bosco di lupi non si riesce a rimanere". La protagonista è la Popolare di Sondrio, il bosco è il risiko bancario e il mondo che cambia è quello di un inevitabile processo di consolidamento, con darwinismo annesso. Cimbri sa che i lupi non mancano, c'è un Gruppo straniero interessato all'istituto valtellinese, il matrimonio è l'unica scelta possibile: "Se lo si fa da soli, lo sposo si sceglie. Altrimenti si viene scelti".

Non è un discorso di lealtà - Pedranzini aveva detto 'noi siamo persone leali - non siamo a bordo di un catamarano con gli amici più fidati: in Finanza non esistono amori, amici o nemici eterni: "Eterni sono solo i nostri interessi, ed è nostro dovere perseguirli", dice Cimbri. Meglio allora difendere l'italianità, "evitare una scorribanda di stranieri, visto che quando ci sono le crisi finanziarie, i soldi rimangono nelle sedi delle case madri e qui non arrivano". Perché anche in Finanza, commentano gli osservatori, "il meglio può essere nemico del bene".

Bisogna capire dove si sta andando, come cambia lo scenario, cosa ti attende un metro più là: e adeguarsi. Cosa hanno in comune vela e moto? "Con entrambe hai il senso del vento", parole del presidente di Unipol da tenere a mente anche durante il risiko in corso. (di Andrea Persili)

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