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Matteo vs Matteo: in tv fair play, battute e niente cartellini rossi

A Porta a Porta confronto a tutto campo

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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15 ottobre 2019 | 22.14
LETTURA: 3 minuti

di Francesco Saita

"Sono contento: avete parlato 41 minuti a testa". Bruno Vespa saluta così quelli che chiama "i due leoni" - i due Matteo - ospiti in studio per una sfida "come non si vedeva dai tempi di Prodi e Berlusconi, tredici anni fa". Alla sua destra, Matteo Salvini, alla sua sinistra, Matteo Renzi. Look simile per entrambi, camicia bianca e giacca blu, con cravatta intonata: a pois per il Capitano, unica tinta per l'ex premier.

Nonostante lo sfondo dello studio che li rappresenta vestiti da schermidori, con i fioretti incrociati, il fair play tra i due Matteo è il filo rosso della serata. A Porta a Porta non mancano le scintille, ma la serata fila via liscia, con l'arbitro Vespa che fischia poco. Alla fine Salvini si gioca la partita indossando la maglia del difensore degli interessi del Paese, ripetendo di "aver sempre difeso i confini", Renzi invece gioca a tutto campo, da quota cento alla Russia, ai 49 milioni.

Ad attaccare inizia Matteo Salvini, che riconosce a Renzi di "essersi inventato in maniera geniale un governo sotto il fungo". Renzi non ci sta: "Il colpo di sole del Papeete che ha preso il collega Salvini è evidente che lo fa rosicare ancora". Per poi ammettere: "E' stata una operazione di palazzo". Salvini ribadisce il concetto: "Lui è un rottamatore, crea partiti, disfa partiti e mette ministri".

Battute non ne mancheranno per tutta la trasmissione. "Si vede che sei un genio incompreso o che gli italiani sono dei pazzi che votano me, io sono al 33%, tu sei al 4%": Salvini più volte si rivolge così al leader di Italia Viva, alzando gli occhi al cielo, mentre Renzi snocciola numeri, dati e statistiche per dimostrare che il suo governo ha fatto le cose migliori.

Il leader della Lega punta ad affondare il nemico, parlando della "sinistra a champagne e caviale che sceglie Montecarlo", invece di Milano Marittima. Renzi attacca a testa bassa: sulla Fornero - lui contrario a prorogare quota 100 - spiega che "quella legge ha salvato i nostri conti". Tema su cui salgono i toni, con Salvini che dice invece "che si è trattato di una conquista epocale". Renzi più volte accusa Salvini di falsità. "Su quota cento continua a dire bugie".

Arrivano i giornalisti, i direttori della Stampa Maurizio Molinari e del Quotidiano nazionale Michele Brambilla, a dare manforte in studio a Vespa, ma ormai la discussione ha preso il suo ritmo e i temi della seconda parte del dibattito sono i migranti, e la Russia, tema caldissimo per la vicenda del Metropol e poi per Conte. Sulla questione dei flussi Salvini non ci sta e replica a muso duro a Renzi che dice "io i morti in mare li seppellisco". "Io - contrattacca il leghista - non raccolgo i cadaveri? Pessimo gusto".

E qui per la prima volta tira fuori i suoi "numeri". "I morti e dispersi nel Mediterraneo" quando ero al Viminale "sono più che dimezzati, quando c'era lei siamo arrivati a 5mila morti, 800 quando c'eravamo noi". "Vi sistemate la coscienza, con il multirazziale, poi arriva Richard Gere".

Scintille vere, con Salvini che viene incalzato da Renzi che mette i panni del giornalista scomodo, sul caso Savoini. "Perché non lo querela?", chiede più volte Renzi. "Datemi delle prove del reato", replica risentito Salvini. "E i 49 milioni? Li ha usati per la Bestia?", "Io non ero segretario della Lega, sono vicende di dieci anni fa e comunque stiamo pagando". Poi suona il gong.

Vespa ringrazia. I due lasciano via Teulada. Con Salvini che pensa allo prossima sfida tv con il premier Conte. Renzi, uscito poco prima si rammarica che Salvini "quando si parlava di quota 100 o di altro lui tornava sempre sull'evergreen dei migranti". Entrambi assicurano che "è andata bene". Poi sui social i due Mattei tornano a beccarsi. "Ho vinto 2-0", twitta il leghista. "A me dicono che è finita come Fiorentina-Milan a San Siro...", è il cinguettio del senatore di Rignano.

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