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Ius culturae, riparte la legge

Il relatore 5S, Giuseppe Brescia: "Iter da giovedì 3 in Affari costituzionali alla Camera". Orfini all'AdnKronos: "Ora un patto politico per iter rapido"

(FOTOGRAMMA)
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27 settembre 2019 | 19.20
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Ripartirà giovedì 3 ottobre in commissione Affari Costituzionali alla Camera la discussione sulle proposte di legge in materia di cittadinanza. Il relatore sarà Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione, dopo che l’ex relatore Roberto Speranza è entrato a far parte del governo. A fine ottobre 2018 era stato infatti il gruppo di 'Liberi e Uguali' a chiedere l’incardinamento, allora in quota opposizione, della proposta di legge a prima firma Boldrini, oggi Pd.

“In commissione - spiega Brescia - arriveranno altre proposte di altri gruppi, tra cui anche quella del Movimento 5 Stelle, e le esamineremo. Personalmente credo che lo ius culturae possa rappresentare una soluzione ragionevole, anche perché mette al centro le nostre scuole come potente fattore di integrazione. Spero che la politica tutta, maggioranza e opposizione, si dimostri all’altezza di un dibattito che chiama in causa diritti e doveri, appartenenza e inclusione”.

ORFINI - Si dice "soddisfatto e ringrazio il presidente Brescia" per la ripresa dei lavori "perché questo ci consente di far ripartire la discussione" dice all'AdnKronos il dem Matteo Orfini, in prima linea per l'approvazione. L'iter riparte ed è un fatto positivo, osserva Orfini, ma ora serve la volontà politica per arrivare in tempi brevi a una legge.

"Come abbiamo ritenuto urgente il taglio sul numero dei parlamentari, si utilizzi la stessa urgenza e la stessa fretta per riconoscere diritti a cittadini italiani a cui vengono negati, a bambini che frequentano le stesse scuole dei nostri figli. Già nella scorsa legislatura arrivammo a un pelo. Serve un patto politico tra le forze delle maggioranza e credo che ci siano tutte le condizioni perché accada. Sulla carta nel Pd sono tutti d'accordo e molti 5 Stelle sono convinti che si tratti di una giusta. Non possiamo fermarci per paura di Salvini".

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