di Sara Di Sciullo
"Scaramanticamente avevo messo champagne in fresco e stasera stappo e brindo al passato e scampato pericolo". Così il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, commenta all'Adnkronos il cambio al vertice al ministero della Difesa con l'incarico al neo ministro Lorenzo Guerini.
Tricarico spiega che "già l'area politica di estrazione del nuovo ministro è una garanzia rispetto all'alleato di governo in linea di principio", alleato che "mi pare non avesse alcuna sensibilità per le questioni della difesa e che le avesse in senso negativo sotto tutti i fronti". "Del nuovo ministro non ho una conoscenza approfondita - osserva Tricarico - ma quel tanto che mi basta per dire che è una persona seria, equilibrata, riservata, che rifugge dalla scena e dalle sceneggiate".
"Siccome, comprensibilmente, non sarà familiare con i temi della difesa come non lo è nessuno - sottolinea Tricarico - approfondirà e si addentrerà nelle questioni della difesa con un atteggiamento sicuramente molto più professionale e serio rispetto a quanto sarebbe potuto accadere".
"La Difesa, soprattutto con l'ultima amministrazione, ha subito un indebolimento generale da tutti i punti di vista", dice il generale, augurandosi che il trend "venga invertito e si torni a livelli capacitivi quali quelli di cui era accreditata qualche anno fa". "Il programma di governo ha due facce, è un programma squilibrato dove non ho trovato una sola parola sulle questioni della Difesa se non che si vuole valorizzare le forze armate, le forze di polizia e i vigili del fuoco - sottolinea Tricarico - Rispetto ai 20 punti di Di Maio è scomparso il velleitarismo ridicolo di riconvertire l'industria della Difesa, questo è un passo avanti".
"L'assenza della questione della difesa nel programma, se da un lato riflette l'assenza di una cultura della Difesa da parte delle due componenti, dall'altro non lega le mani a Guerini in modo da poter gestire il dicastero", continua l'ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica.
Riguardo poi alle prospettive sulle politiche migratorie dopo il braccio di ferro nel precedente governo tra ministero della Difesa e Viminale, Tricarico osserva: "Confermo che a mio modo vedere il fenomeno migratorio non va gestito con le unità militari. Le unità militari per gestire il fenomeno migratorio nel Mediterraneo sono un controsenso, fanno guai e provocano a volte eterogenesi dei fini - conclude - Il fenomeno migratorio va gestito dalle istituzioni che sono preposte, prime tra tutte la guardia costiera. E alla guardia costiera va lasciato l'intero pacchetto di competenze senza intrusioni di alcun tipo".