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Caos procure, Lotti si difende

L'ex ministro su Facebook: "Contro di me montagna di fango, procederò contro chi ha scritto falsità"

(Fotogramma)
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13 giugno 2019 | 14.34
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"In questi giorni ho dovuto sopportare una vera e propria montagna di fango contro di me. Ci sono abituato, un politico deve esserlo per forza. Ma davvero stavolta credo siano stati superati dei livelli minimi di accettabilità". Il deputato ed ex ministro Luca Lotti, attraverso un lungo post sulla sua pagina Facebook, rompe il silenzio e si difende, respingendo ogni accusa e promettendo azioni legali a proposito del caos Procure.

"Ho aspettato a parlare, anche perché ogni giorno sono state pubblicate strane e fantasiose letture dei fatti e pezzi di frasi captate durante alcuni incontri. Incontri a fine giornata, non pericolosi summit in piena notte come qualcuno tenta di raccontare -prosegue l'ex ministro-. In queste ore ho letto di tutto: di rapporti tra magistratura e politica, di incontri segreti, di cupole, di verminai. Niente che abbia a che fare con la verità! Credo quindi che a questo punto sia opportuno un mio intervento".

"In questi anni - continua Lotti - ho incontrato decine di magistrati, per i motivi più svariati: se è reato incontrare un giudice non ho problemi a fare l’elenco di quelli che ho incontrato io, in qualsiasi sede. Mai sono venuto meno ai doveri imposti dalla Costituzione e dalle leggi".

"Procederò in tutte le sedi contro chi in queste ore ha scritto il falso su di me e lo farò a testa alta come un cittadino che crede nella giustizia e in chi la amministra", aggiunge il deputato del Pd, che continua: "In un incontro che si è svolto in un dopo cena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni. È stato scritto che lì sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune Procure, scelta che in realtà spetta al Csm: ricordo infatti che queste nomine vengono approvate da un plenum di 26 persone, sono proposte dalla V Commissione e necessitano il concerto del Ministro della Giustizia".

"Lasciatemi in conclusione fare due semplici domande: com’è possibile - chiede l'ex ministro - che durante un’inchiesta ancora in corso e che riguarda altre persone vengano pubblicate intercettazioni senza rilievo penale di non indagati? Come sono arrivate nelle redazioni dei giornali quelle intercettazioni? Le risposte a queste domande non sono a salvaguardia del sottoscritto, ma di tutti i liberi cittadini".

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