Il M5S: "Un bel battesimo che non sorprende"
"In merito all'articolo dell'Espresso sulla mia iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma per un presunto finanziamento illecito, voglio affermare di essere estremamente tranquillo perché forte della certezza della mia totale estraneità ai fatti che, peraltro, sono stati riferiti come meri pettegolezzi de relato e senza alcun riscontro, come affermato dallo stesso articolo del settimanale". E' quanto dichiara il segretario del Pd, Nicola Zingaretti a proposito delle rivelazioni dell'Espresso secondo cui a tirare in ballo il governatore del Lazio sarebbero le dichiarazioni di due avvocati siciliani, Piero Amara e Giuseppe Calafiore. "Mai nella mia vita ho ricevuto finanziamenti in forma illecita e attendo quindi con grande serenità che la giustizia faccia tutte le opportune verifiche per accertare la verità", sottolinea. "Quanto al Movimento 5stelle e alle loro scomposte dichiarazioni: comprendo la loro disperazione per il disastro politico che stanno combinando, per essere da mesi succubi del loro alleato di governo, per essere in caduta libera nel gradimento dei cittadini e per le batoste elettorali avute in Abruzzo e Sardegna. Ma se pensano di aggrapparsi alle fantasie di qualcuno sbagliano di grosso. Non mi faccio intimidire da chi utilizza queste bassezze. Se ne facciano una ragione", conclude il segretario Dem. A tirare in ballo il governatore del Lazio nell'inchiesta portata avanti dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Stefano Fava, sono le dichiarazioni dell'avvocato Calafiore. "Il governatore è stato citato dal socio di Amara in un interrogatorio dello scorso luglio, in merito ad alcune domande dei pm su Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone che, diventato imprenditore, era in affari con lo stesso Amara e in buoni rapporti con il presidente della Regione Lazio", si legge sull'Espresso. "Centofanti (anche lui arrestato a febbraio 2018, ora è libero in attesa di processo, ndr) è un lobbista che a Roma è dotato di un circuito relazionale di estrema importanza: magistrati, politici, appartenenti al Consiglio superiore della magistratura, spiega Calafiore a verbale. Peraltro lui era sicuro di non essere arrestato perché riteneva di essere al sicuro in ragione di erogazioni che lui aveva fatto per favorire l'attività politica di Zingaretti". "Quando i pm chiedono se si tratta di erogazioni lecite, il legale siracusano risponde così - prosegue il settimanale - 'Assolutamente no, per quanto egli mi diceva. Non so con chi trattava tali erogazioni. Lui mi parlava solo di erogazioni verso Zingaretti. Mi disse che non aveva problemi sulla Regione Lazio perché Zingaretti era a sua disposizione. Me lo ha detto più volte, prima della perquisizione'". ''Nemmeno pochi giorni da segretario del Partito democratico e già viene indagato per finanziamento illecito, secondo l'Espresso" aveva detto poco prima il M5S in una nota. "Un bel battesimo che non sorprende, visto che era già stato indagato per Mafia Capitale. Perdi il pelo ma non il vizio: bentornato Pd, ci eri mancato''.