"Prima del previsto, nei primi mesi del 2019 e prima delle elezioni Europee, potrebbe maturare la rottura nel governo". Ne è convinto l'ex leader del Pd, Matteo Renzi, intervistato da La Stampa. Per Renzi "siamo alla crisi, non del settimo anno ma del settimo mese. L'eventuale dopo Conte? Tutto è possibile: dal governo tecnico ai ribaltoni. Sono capaci di votare di tutto pur di non andare ad elezioni".
Tra i nodi indicati da Renzi, Tav e reddito di cittadinanza: sul primo punto "Salvini non può perdere la faccia e non può perderla neppure Di Maio, dopo aver 'ingoiato' Tap, terzo valico, Ilva". Per il reddito: "Si è capito - spiega l'ex premier - che non possono fare il reddito di cittadinanza come lo avevano immaginato i Cinque stelle". "Il 'presentismo' paga nell'immediato, alla lunga stanca. La crescita purtroppo sarà più bassa del previsto. Quelle sul tagliando e sul rimpasto non mi sembrano voci dal sen fuggite. Ma non si andrà ad elezioni anticipate, i peones non mollano la poltrona..."
"Per mandare in pensione qualcuno, si tagliano e si congelano le pensioni a molte più persone. Per dare un sussidio ai disoccupati del Sud, hanno rinunciato alle assunzioni nella Pa, che nel Mezzogiorno avrebbero potuto svolgere un ruolo più efficace. Il mio timore è che stiamo andando incontro al temporale, ad un peggioramento dell'economia, senza ombrello. Naturalmente spero di sbagliarmi", conclude l'ex leader del Pd.