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Navalny, ultimo avvelenamento fra gli oppositori russi

Afp
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20 agosto 2020 | 13.08
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Il possibile avvelenamento di Alexei Navalny riporta alla memoria diverse vicende di oppositori russi o personaggi scomodi per Mosca avvelenati in patria e all'estero. Ecco i precedenti, dal caso Skripal a quello di Litvinenko, senza dimenticare Vladimir Kara Murza, l'ex presidente ucraino Viktor Yushchenko e il bulgaro Markov.

- 4 marzo 2018: l'ex agente dell'intelligence militare russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia vengono trovati riversi su una panchina della città britannica di Salisbury. Si scoprirà poi che sono stati avvelenati con un agente nervino, il novichok. Entrambi sono guariti dopo un lungo ricovero in terapia intensiva in ospedale, così come un poliziotto britannico rimasto contaminato.

- 30 giugno 2018: una donna rimane avvelenata vicino Salisbury dopo essersi spruzzata del profumo trovato dal suo compagno in un cestino della spazzatura: Dawn Sturgess è morta l'8 luglio, mentre il fidanzato, Charlie Rowley, è sopravvissuto. Entrambi erano stati avvelenati dal novichok e le autorità ritengono che il falso profumo sia legato al caso Skripal. Londra ha accusato Mosca degli avvelenamenti e ha identificato tre agenti dei servizi militari russi del Gru che si trovano in Gran Bretagna al momento dei fatti. Skripal era un'agente doppio che collaborava con i servizi britannici. Condannato in Russia nel 2004 era stato liberato nel 2010 nell'ambito di uno scambio di spie e si era stabilito in Gran Bretagna.

2017: il giornalista russo Vladimir Kara Murza, 35 anni, del movimento dissidente Open Russia, viene ricoverato d'urgenza in terapia intensiva a Mosca il 2 febbraio e posto in stato di coma farmacologico. I sintomi sono simili al blocco renale improvviso che colpì il dissidente nel 2015 e che lui attribuì allora ad un avvelenamento. Il 19 viene trasferito in un ospedale all'estero, dopo che gli è stata diagnosticata una intossicazione dovuta a una sostanza sconosciuta. Kara Murza vive ora all'estero. In Russia era vicino a Boris Nemtsov, ex vice premier ai tempi di Boris Eltsin poi diventato fra i principali critici del presidente Vladimir Putin, assassinato a Mosca il 27 febbraio 2015.

2006: ex agente dei servizi russi dell'Fsb, Alexander Litvinenko era fuggito a Londra nel 2000 dopo aver accusato i suoi superiori di aver ordinato l'assassinio dell'oligarca Boris Berezovsky. Dalla Gran Bretagna aveva puntato il dito contro il leader del Cremlino Vladimir Putin per l'assassinio della giornalista Anna Politkovskaya. Il 1 novembre 2006 Litvinenko si ammala improvvisamente e viene ricoverato in ospedale. Muore il 23 novembre di quello che viene riconosciuto come avvelenamento da polonio. La sostanza radioattiva sarebbe stata messa nella sua tazza di té da due russi durante un incontro in un albergo di Londra. Gli inquirenti britannici hanno accusato un agente dell'Fsb, Andrey Lugovoi, di cui Mosca ha rifiutato l'estradizione in una vicenda che ha provocato forti tensioni diplomatiche fra i due paesi.

2004: allora candidato alle elezioni presidenziali ucraine, il leader dell'opposizione Viktor Yushchenko viene ricoverato in Austria nel settembre 2004 dopo essere stato vittima di un misterioso avvelenamento da diossina, sostanza che gli era stata probabilmente versata nella minestra. Salvato dalla morte, ma con il volto sfigurato, Yushechenko sfida il filo russo Viktor Yanukovych al ballottaggio delle presidenziali il 23 novembre 2004. Vince quest'ultimo, ma le accuse di brogli e le proteste di piazza della 'rivoluzione arancione' portano ad una ripetizione del ballottaggio che dà la vittoria a Yushchenko. Successivamente Yushchenko affermerà di essere stato avvelenato da tre uomini che erano con lui a cena, poi rifugiati in Russia. Uno di loro era l'ex numero due dei servizi ucraini, Volodymyr Satsyuk, che ha poi ricevuto la cittadinanza russa.

1978: Georgi Markov era uno scrittore fuggito nel 1969 dal regime comunista bulgaro di Todor Zhikov. Stabilitosi a Londra, lavorava come giornalista per la Bbc, l'emittente finanziata dagli americani Radio Free Europe e la radio tedesca Deutsche Welle. Famoso per i suoi attacchi sarcastici al regime bulgaro, fu colpito con una punta d'ombrello alla gamba mentre aspettava l'autobus il 7 settembre 1978, giorno del suo compleanno. Morì l'11, dopo essere stato ricoverato in ospedale con la febbre alta. L'autopsia rivelò una micro capsula contenente ricina, un potente veleno, che gli era stata iniettata tramite un congegno pneumatico attraverso la punta di un ombrello. Dell'omicidio furono sospettati i servizi bulgari, forse con l'aiuto del Kgb russo.

Nel settembre del 2018, ha subito un tentativo di avvelenamento Piotr Verzilov, attivista anti Putin ed ex marito di una delle Pussy Riot e portavoce del gruppo. E' stato ricoverato per due settimane in un ospedale in Germania, dove gli è stata fatta la diagnosi di probabile avvelenamento.

L'imprenditore Alexander Perepilichnyy è morto nel novembre del 2012 per un presunto attacco cardiaco mentre faceva jogging nella sua residenza nel Surrey in Gran Bretagna. Come nel caso dell'ex oligarga Boris Berezovsky, morto suicida nella sua residenza alle porte di Londra, le inchieste sono state chiuse ma i dubbi non esauriti. Perepilichnyy era diventato una fonte della Hermitage Capital per ricostruire il riciclaggio di denaro frutto degli schemi fraudolenti di funzionari russi, gli schemi scoperti dall'avvocato della società Sergei Magnitsky morto in carcere in attesa di un processo per le stesse accuse che aveva rivolto ai funzionari coinvolti nel malaffare.

Nel settembre del 2004 l'imprenditore di San Pietroburgo con stretti legami con Vladimir Putin Roman Tsepov muore per avvelenamento da sostanza radioattiva mai identificata.

Nel luglio del 2003, era stato il turno di Yuri Shchekocikhin, giornalista investigativo e deputato morto in circostanze mai chiarite, con i sintomi di una violenza reazione allergica. La documentazione medica sul suo caso non è mai stata resa nota.

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