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Navalny, il blogger anticorruzione ora volto dell'opposizione a Putin

(Afp)
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20 agosto 2020 | 11.38
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Partito come blogger anticorruzione, Alexei Navalny, che si trova ricoverato in coma per un sospetto avvelenamento, è diventato negli anni il volto principale dell'opposizione russa a Vladimir Putin. Non è la prima volta che viene denunciato un tentativo di avvelenamento nei suoi confronti: la scorsa estate, mentre si trovava in carcere, gli è stata diagnosticata una dermatite da contatto, ma il suo medico personale disse che poteva essere stato esposto a "qualche agente tossico".

Navalny ha iniziato a farsi conoscere nel 2007 con un seguitissimo blog, dove dettagliava le sue accuse di corruzione contro il sistema di potere russo. A sostegno della sua crociata ha comprato azioni in alcune delle principali società petrolifere e bancarie del Paese, in modo da poter intervenire nelle assemblee degli azionisti reclamando maggior trasparenza.

Le sue accuse puntuali, il linguaggio breve e tagliente, oltre all'uso attento dei social lo hanno reso popolarissimo fra i giovani russi. L'etichetta di "partito dei ladri e degli imbroglioni" da lui attribuita a Russia Unita, il partito di Putin, è ormai diventata un modo di dire diffuso in tutto il Paese.

E negli anni scorsi ha realizzato un documentario anticorruzione, che ha avuto decine di milioni di visualizzazioni sul web, sul tesoro immobiliare segreto del primo ministro Dmitri Medvedev.

Alle elezioni parlamentari del 2011, Navalny non si candida ma diventa uno dei protagonisti della protesta contro i brogli. Condannato a 15 giorni di carcere dopo la manifestazione di proteste del 5 dicembre sarà poi uno dei principali oratori della manifestazione del 24 dello stesso mese, a cui parteciparono oltre 120mila persone. Navalny piace anche per il suo profilo borghese di avvocato moscovita, sposato e padre di due bambini.

Nel 2013 Navalny viene condannato a cinque anni per corruzione in un processo dal sapore chiaramente politico. In attesa dell'appello, la condanna non gli impedisce di partecipare alle elezioni per il sindaco di Mosca, dove arriva secondo con il 27,2% dietro al candidato ufficiale Sergei Sobyanin.

Annullato dalla Corte Suprema Russa, dopo le critiche del Corte Europea deli diritti umani, il processo è stato ripetuto nel febbraio 2017 con la stessa condanna in primo grado, una condanna che gli impedirà poi la partecipazione alle elezioni presidenziali del 2018, per sfidare direttamente Putin.

Sempre nel 2017 divenne virale sui social la foto di un attacco da lui subito quando fu aggredito da uno sconosciuto che gli lanciò in faccia della zelyonka, un liquido verde usato come antisettico, mentre stava facendo campagna a Barnaul, in Siberia. Impassibile, Navalny svolse il suo comizio e poi postò la foto del suo volto verde su Twitter, commentando che sembrava Shrek o The Mask.

Il programma politico di Navalny è incentrato soprattutto sulla lotta alla corruzione. E' stato accusato di simpatie nazionaliste, ed è controversa la sua posizione sui separatisti filorussi in Ucraina orientale e sull'annessione della Crimea. In un'intervista nel 2014 infatti pur criticando il modo con cui Putin "ha occupato" la Crimea in violazione delle leggi internazionali, concluse: "La realtà è che la Crimea ora è parte della Russia, è nostra".

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