Nota di Palazzo Chigi: "Forte preoccupazione per escalation"
"Un disastro": la giornata che avrebbe potuto segnare una svolta nella crisi libica - con l'incontro a Istanbul tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, che hanno chiesto un cessate il fuoco da domenica, e le missioni europee e italiane di Fayez Serraj e Khalifa Haftar - è finita nel peggiore dei modi. "Quanto successo certo non aiuta", ammette chi in questi giorni ci aveva lavorato e si aspettava che sul dossier libico si potesse ripartire, dopo l'intensa attività diplomatica di questi ultimi giorni. Che sarebbe dovuta culminare con la doppia visita a palazzo Chigi del generale e del premier di Tripoli.
A sorpresa, invece, il capo del Gna, offeso per l'accoglienza ad Haftar, ha fatto cambiare rotta all'aereo che lo portava da Bruxelles a Roma, per puntare direttamente su Tripoli. L'annuncio del cambio di programma di Serraj è arrivato dall'ambasciatore libico alla Ue Hafed Ghaddur, che, senza citare esplicitamente il motivo per cui il capo del governo di Tripoli avrebbe saltato la visita romana, ha ribadito che "non ci sarà mai alcun dialogo con il criminale di guerra Haftar".
FONTI GOVERNO DI ACCORDO - "Serraj non sapeva della visita di Haftar, come si può pensare di invitarlo mentre bombarda Tripoli? - hanno denunciato, parlando con l'Adnkronos, fonti del governo di accordo nazionale -. L'Italia ha dimostrato ancora una volta di non essere credibile, di non avere una strategia. I francesi, almeno, nel bene o nel male un obiettivo ce l'hanno".
In realtà appare del tutto inverosimile che Serraj - arrivato di mattina a sorpresa a Bruxelles, all'indomani del minivertice dell'Alto rappresentante Ue con i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito, per incontrare i vertici europei - non sapesse della missione di Haftar a Roma, alla cui preparazione ha come sempre lavorato l'Aise. Piuttosto non avrebbe gradito che il generale - che, a quanto si apprende, sarebbe stato atteso a Roma nella serata o giovedì mattina - sia stato ricevuto prima di lui e soprattutto si sarebbe aspettato un'accoglienza diversa per il generale, che con il premier Giuseppe Conte ha avuto un colloquio di tre ore.
Sull'irritazione di Serraj avrebbe pesato anche l'incontro al Cairo del ministro degli Esteri Luigi Di Maio con il collega egiziano Shameh Shoukry, grande sponsor dell'uomo forte della Cirenaica. E la sua partecipazione a una riunione alla quale erano presenti Cipro, Grecia e Francia, tutti Paesi non schierati propriamente dalla parte del Gna. A poco sarebbe servito che il titolare della Farnesina non abbia firmato una dichiarazione congiunta ritenuta troppo dura nei confronti di Serraj. Uno squilibrio non bilanciato, evidentemente, dalla missione di ieri di Di Maio a Istanbul per vedere il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu.
BRUXELLES - La giornata era cominciata con l'arrivo di Serraj a Bruxelles ricevuto da Borrell, dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Una visita arrivata dopo il minivertice Ue convocato in fretta e furia per 'riparare' al rinvio sine die della missione europea a Tripoli, ufficialmente per ragioni di sicurezza, in realtà perché non gradita al governo di accordo nazionale, insoddisfatto per l'eccessiva timidezza europea nel condannare Haftar e per la condanna dei suoi accordi con la Turchia.
"Sono state discussioni molto produttive con i responsabili Ue e con il presidente del Consiglio Europeo. Dal 4 aprile l'altra parte persiste nelle sue azioni militari. Non vogliamo che la Libia divenga un terreno di scontro in guerre per procura. Vogliamo che l'aggressore fermi i suoi attacchi contro il governo libico riconosciuto a livello mondiale", ha detto il capo del governo di Tripoli al termine degli incontri a Bruxelles. Dove era stato invitato anche Haftar, che avrebbe dovuto essere ricevuto solo dall'Alto rappresentante.
In realtà, fallita la missione a Tripoli, le diplomazie europee avevano lavorato per portare Serraj e Haftar già ieri a Bruxelles, ma, a quanto si apprende, il tentativo era fallito dopo il no del generale. Di lui si erano occupati i francesi, sarebbero stati loro a doverlo convincere a volare nella capitale belga, ma in realtà non si sarebbero spesi più di tanto.
TELEFONATA CONTE-MATTARELLA - Intanto, in serata, il premier Conte ha avuto un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla crisi internazionale in corso in Medio Oriente, a partire dai fatti di Iraq e Iran, e sulla Libia.
In serata, inoltre, in una nota di Palazzo Chigi si legge che - durante l'icontro a Palazzo Chigi con il generale Haftar - Conte ha espresso la forte preoccupazione per la continua escalation sul terreno in Libia e ribadito la ferma condanna per l'attentato all'Accademia militare di Tripoli.
"Nel rilevare i rischi per la stabilità dell'intera regione", il presidente Conte, durante l'incontro con Haftar, "ha sottolineato che l'unica soluzione sostenibile è quella politica e ha pertanto invitato a rinunciare all'opzione militare" si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi. "Nel corso dell'incontro, il presidente Conte ha commentato insieme ad Haftar gli aspetti salienti del comunicato congiunto emesso al termine dell'incontro fra i presidenti Putin ed Erdogan, ove si invitano le parti al raggiungimento di un rapido cessate il fuoco".