Il premier sulla decisione della Corte Suprema britannica: "Sono in forte disaccordo ma rispetto i giudici"
"Non credo che sia giusto, ma andremo avanti e naturalmente il Parlamento tornerà a riunirsi". Così Boris Johnson sulla sentenza della Corte Suprema britannica. "Sono in forte disaccordo con questa decisione della Corte Suprema - ha detto il premier - Ho il massimo rispetto per i nostri giudici. Non penso che sia la decisione giusta, penso che la sospensione sia stata usata per secoli senza questo genere di sfida".
Johnson non ritiene di doversi scusare. Interpellato a New York in merito alla sentenza, alla domanda se intendesse ora scusarsi, ha risposto ribadendo di non considerare il verdetto "la decisione giusta" da prendere. "La cosa importante - ha sottolineato - è andare avanti e portare a termine la Brexit il 31 ottobre".
"Come dice attualmente la legge, il Regno Unito lascerà la Ue il 31 ottobre, qualsiasi cosa accada - ha scandito il primo ministro britannico -Ma la cosa interessante, importante adesso per noi è di avere un buon accordo. Ed è quello a cui stiamo lavorando". Johnson ha poi ammesso che la sentenza della Corte ha reso più difficile la Brexit: "Sarò onesto con voi, non è resa più facile da questo genere di cose in Parlamento o nei tribunali. Ovviamente ottenere un accordo non è facile su queste basi, ma andremo avanti e ce la faremo".
Boris Johnson intende comunque procedere con l'organizzazione del Discorso della Regina. "Non penso che i giudici abbiano voluto minimamente escludere la possibilità di organizzare il Discorso della Regina: faremo in modo che il Parlamento abbia un sacco di tempo per dibattere della Brexit", ha aggiunto. "Prorogation" è il termine con cui in Gran Bretagna si indica il periodo compreso fra la fine di una sessione e l'inizio della nuova sessione segnata dall'apertura dello stato del Parlamento, e quindi dal Discorso della Regina.
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