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Sci e Covid, Locatelli: "Piste aperte? Non si può"

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24 novembre 2020 | 17.40
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"L'attività sciistica non è compatibile in questo momento con i numeri che continuiamo a vedere". Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, oggi durante la conferenza stampa in corso al ministero della Salute sull'analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di regia Covid-19.

"Nessuno sottovaluta l'impatto del blocco degli impianti sciistici in termini economici per chi lavora in quel settore e per le aree territoriali che su questa attività hanno fondato la loro economia, né viene sottovalutata l'importanza per chi ama questo sport. Ma i numeri attuali non rendono compatibile l'ipotesi di una riapertura perché vorrebbe dire esporre tutto il Paese a una ripresa della curva epidemica", ha evidenziato Locatelli, per il quale "avere una concertazione europea è assolutamente fondamentale per evitare che quello che non si riesce a praticare in Italia venga praticato in altri paesi ottenendo lo stesso tipo di effetto".

Dello stesso parere Gianni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute: "Se da una parte c'è tutta un'economia che si muove sugli impianti sciistici e c'è anche tanta gente che ama sciare, d'altra parte bisogna purtroppo ricordare che l'anno scorso tra febbraio e marzo vedemmo molte file sugli skilift e di fatto dagli ski resorts partirono molte persone infette che tornando a casa alimentarono molti focolai, facilitando la diffusione dell'infezione", sottolinea Rezza.

"Ci sono tutta una serie di attività che possono condurre ad aggregazioni anche in luoghi chiusi ed essere particolarmente rischiose. Evidentemente -aggiunge- c'è quantomai bisogno di un coordinamento europeo: se chiude l'Italia e restano aperte l'Austria o la Svizzera, che ha una situazione pesantissima con l'epidemia galoppante, presuppongo che molti italiani potrebbero andare a sciare all'estero e si creerebbe una situazione di crisi. Io credo che su questo argomento bisogna essere molto cauti ed evitare situazioni troppo rischiose".

"Se fosse per me -conclude- direi di continuare a fare qualche sacrificio per tenere bassa la circolazione virale. La speranza è che con una vaccinazione di massa il prossimo anno potremo andare a sciare tranquilli".

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