Il presidente del Consiglio superiore di sanità: "Cts non è stato investito del problema, rischio concreto che viaggi possano contribuire alla ripresa del contagio". Treni, stop al distanziamento
Di Margherita Lopes
"Stupisce un po', per non dire che sconcerta, la decisione assunta di porre fine al distanziamento sui treni. Il Comitato tecnico scientifico non è mai stato investito del problema, e non posso non dire che questa decisione desta preoccupazione e perplessità, in un momento in cui i nuovi casi di Covid-19 stanno crescendo, come mostrano i dati. C'è il rischio concreto che i viaggi in treno possano contribuire alla ripresa dell'andamento epidemico" nel nostro Paese. Ad affermarlo all'Adnkronos Salute è il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli, componente del Cts, che aggiunge: "Credo che su questo tema vada aperta una riflessione".
Insomma, l'auspicio dell'esperto è che si possa tornare indietro, anche perché proprio grazie alle misure adottate in questi mesi, viaggiare in treno finora "si è rivelato sicuro. Io stesso - racconta Locatelli - ho avuto modo di viaggiare in treno 2 settimane fa per andare a Bergamo, e ho trovato il viaggio assolutamente gradevole e ordinato". A bordo "c'è stato un corretto rispetto del distanziamento e un'attenzione sempre scrupolosa alle misure anti-Covid".
Inoltre "numerosi studi, fra i quali uno recente dell'Università di Southampton, hanno esaminato le possibilità di contrarre Covid-19 in una carrozza ferroviaria con a bordo una persona infetta".
Ebbene, questi lavori "hanno evidenziato l'importanza del distanziamento". Ecco perché l'annuncio dell'addio alla distanza di sicurezza "lascia perplessi e preoccupa, proprio in una fase in cui i nuovi casi stanno crescendo. Credo vada aperta una riflessione", conclude Locatelli.