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'Caso Zangrillo': "Virus clinicamente non c'è più" e esperti si dividono

Le parole del direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano (Video) accendono il dibattito. Silvestri: "Ci sono dati solidi"

(Fotogramma)
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01 giugno 2020 | 06.58
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"Il virus dal punto di vista clinico non esiste più". Le parole di Alberto Zangrillo (Video), direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano, accendono il dibattito mentre l'Italia si appresta ad accelerare ulteriormente nella Fase 2. "Circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per la fine del mese e inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l'università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell'Istituto di virologia, il professore Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta", dice Zangrillo a 'Mezz’ora in più' su Rai 3.

"Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l'hanno fatta -aggiunge- non si può continuare a portare l'attenzione in modo ridicolo come sta facendo la Grecia sulla base di un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Ci metto la firma".

Le parole di Zangrillo innescano una serie di reazioni contrarie, in particolare da parte di membri del Comitato tecnico scientifico. "Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più’ e che ‘terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità’. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus", afferma Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico.

"Il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza. E' indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va scordato che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese", dice Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico-scientifico, senza citare espressamente Zangrillo. Peraltro, "è bene ricordare che la circolazione virale è un processo dinamico, per cui la gradualità e la cautela nella ripresa delle attività economiche e sociali devono rimanere la nostra priorità. Soprattutto alla luce delle riaperture del 3 giugno”, afferma.

Interviene anche la sottosegretari alla Salute, Sandra Zampa. "Secondo alcuni esperti, del virus Covid-19 non ci sarebbe più traccia in giro per l’Italia. Se le cose vanno meglio questo è merito delle misure di lockdown assunte dal governo. In ogni caso, in attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito invece chi ne fosse certo a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi dal punto di vista della salute", dice in una nota.

Diverse le posizioni di altri medici. "Non credo che Zangrillo abbia voluto dire che è tutto finito. Ha voluto parlare di quello di cui ci siamo accorti noi clinici. La gravità dell'infezione è cambiata, non sappiamo perché: c'è meno carica virale, il virus può essere mutato... Oggi chi arriva al pronto soccorso arriva in condizioni meno gravi. Non fa meno male perché siamo più bravi ad affrontarlo e non c'entra nemmeno il fatto che i malati arrivino prima", afferma Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, a Non è l'arena.

Con Zangrillo "ci siamo confrontati, siamo in contatto. E' un'evidenza la riduzione della capacità del virus di creare casi gravi. L'elemento va studiato, l'università di Brescia dovrà pubblicare i risultati sugli studi su una variante meno aggressiva", dice Fabrizio Pregliasco, direttore Sanitario dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, a Non è l'arena. "Questo non vuol dire 'tana liberi tutti'. Bisogna continuare con prudenza e con vigile serenità. L'inizio della pandemia ci ha fregato, continuiamo a scoprire cose nuove su questo virus e dobbiamo organizzarci per la situazione peggiore, sapendo che ora siamo in grado di gestirla meglio", aggiunge.

A chiudere il cerchio provvede lo stesso Zangrillo. "Sono molto dispiaciuto che Locatelli sia sconcertato. In medicina non esistono punti di vista e chi dice che il mio è un punto di vista, sbaglia prospettiva. Io riporto la realtà dei fatti", dice all'Adnkronos..

Quanto alle parole della sottosegretaria Zampa, Zangrillo replica: "Rassicuro la sottosegretaria Zampa: non ho detto che da domani ci possono essere gli assembramenti. Ho detto che sarà opportuno essere cauti per un certo periodo. D'altronde, il vice ministro Sileri, che parla la mia stessa lingua, sa che parlo a ragion veduta". Infine, rileva, se l'infettivologo Matteo Bassetti, dell'ospedale San Martino di Genova, "la pensa come me una ragione ci sarà...", conclude Zangrillo.

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