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Pentito Mutolo: "Di Matteo come Falcone"'

Uno dei primi collaboratori di giustizia all'Adnkronos: "Non lo hanno voluto al Dap per la trattativa". E sottolinea: "Avrebbe potuto creare danni negli istituto penitenziari, meglio un altro nome"

Antonino Di Matteo (foto Fotogramma)
Antonino Di Matteo (foto Fotogramma)
09 maggio 2020 | 13.03
LETTURA: 2 minuti

di Elvira Terranova
Il consigliere del Csm Antonino Di Matteo nel giugno del 2018 non sarebbe stato chiamato a capo del Dap perché "la sua nomina avrebbe potuto avere delle ripercussioni sulla trattativa tra Stato e mafia, tuttora in corso". Ne è convinto il pentito di mafia Gaspare Mutolo, uno dei primi collaboratori di giustizia ai tempi del giudice Giovanni Falcone prima e di Paolo Borsellino dopo. Parlando, da una località segreta, con l'Adnkronos dello scontro avvenuto tra il Guardasigili Alfonso Bonafede e l'ex pm antimafia Antonino Di Matteo, si dice convinto che la mancata nomina al Dap, due anni fa, sarebbe da addebitare proprio alla trattativa tra pezzi di Stato e boss mafiosi, come accertato nella prima sentenza di condanna del processo che è giunto in appello.

Mutolo: "Scarcerazioni boss una vergogna"

"Antonino Di Matteo ha fatto moltissimo contro la mafia e al Dap avrebbe potuto fare danni ai boss mafiosi - dice ancora Gaspare Mutolo - E' un personaggio competente, e giustamente era stato fatto il suo nome al Dap. Ha lottato e lotta contro la mafia. Io, già 20 anni fa avevo detto in una intervista che secondo me assomiglia a Giovanni Falcone. Come tipo di giudice".

"Di Matteo è l'incarnazione di Falcone - dice - E infatti in questi anni gli hanno fatto passare un po' di guai, sia i politici che alcuni suoi colleghi. Lui ha detto di non avere mai chiesto favori, neppure ai politici. Gli credo". "Insomma - dice - non fu scelto al Dap perché sono delle ripercussioni della famosa trattativa. Sia Di Matteo che Ingroia sono stati quelli che hanno interrogato l'ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano".

Il pentito di mafia, con decine di omicidi alle spalle, e un tempo molto vicino a Totò Riina si dice anche convinto "che sotto sotto c'è chi si sta muovendo per fare annullare la sentenza di condanna di primo grado della trattativa". Di più non dice, Gaspare Mutolo.

Il pentito di mafia annuncia poi che sta scrivendo un libro "ma non un ennesimo volume sulla storia sulla mafia - annuncia - Ma parlo di alcuni caratteri di personaggi di quegli anni, a partire da Giovanni Falcone, ma anche di Tommaso Buscetta, o dell'ex pm Ilda Boccassini".

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