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Sorella di Rossi Stuart: "Cuore leggero, mio figlio non sarà più dietro le sbarre"

Loretta vince la battaglia per Giacomo: la Cedu ha accolto la richiesta di misure urgenti per l’immediata liberazione del ragazzo detenuto da 10 mesi per mancanza di posti nelle Rems

Loretta Rossi Stuart e il figlio Giacomo
Loretta Rossi Stuart e il figlio Giacomo
09 aprile 2020 | 14.46
LETTURA: 2 minuti

di Cristiana Deledda

''Una vittoria, dopo una epopea che ha visto mio figlio illegalmente privato della libertà per 10 mesi. Il mio cuore adesso è più leggero, so che il suo compleanno, il 29 aprile, Giacomo non lo passerà dietro le sbarre''. Loretta Rossi Stuart, sorella dell'attore Kim, annuncia all'Adnkronos di aver vinto davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo la sua battaglia per il figlio, Giacomo Seydou Sy, un ragazzo bipolare detenuto illegalmente per mancanza di posti nelle Rems (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), le strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari chiusi per legge. La Cedu, infatti, ieri ha accolto la richiesta di misure urgenti per l’immediata liberazione di Giacomo presentata dall’avvocato Valentina Cafaro, Andrea Saccucci e Giulia Borgna dello studio ‘Saccucci &partners’.

Una vicenda che ha messo in luce ''distorsioni del sistema che andranno presto sanate, Giacomo ha aperto la strada creando un precedente anche in Italia''.

In tutti questi mesi Loretta non ha mai mollato, nonostante tutti la invitassero a non fare troppo affidamento sulla Corte europea dei diritti dell'uomo. Avanti, come un caterpillar. ''La sensazione dopo questa estenuante lotta, aggravata dalla preoccupazione dell’ultima fase legata alla pandemia, è come di una boccata di aria fresca, una grande soddisfazione per me e la squadra che mi ha accompagnata: la garante Gabriella Stramaccioni, il nostro legale Giancarlo Di Rosa e ovviamente, le bravissime avvocatesse dello studio legale Saccucci e Partners, Valentina Cafaro e Giulia Borgna''.

Giacomo ancora non sa nulla. ''Sono 16 giorni che non lo sento, non posso ancora dargli la buona notizia, persiste l’inaccettabile possibilità di comunicare telematicamente con costanza, ora che i colloqui con i detenuti sono sospesi. Sono 16 giorni che non lo sento, ora oscillo tra la gioia dell'inizio di una nuova vita per Giacomo e il temere che nel frattempo possa succedergli qualcosa lì dentro''.

Non si nasconde Loretta Rossi Stuart che ''sarà ancora un lungo cammino. La ricostruzione dopo una tale devastante esperienza sarà dura ma ce la faremo e continueremo a rivendicare i diritti degli ultimi''.

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