Il sindaco in Consiglio comunale: "Sono i più deboli a pagare la crisi"
"Dobbiamo ricordarci sempre che quando si rischia una sostanziale caduta del tono economico della nostra città a pagare le conseguenze di queste crisi sono le fasce più deboli della nostra società. Non è un problema di Pil italiano ma di conto corrente di tanti singoli cittadini". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, intervenendo in Consiglio comunale sull’emergenza coronavirus. "A noi - ha continuato - spetta il compito di pensare ad azioni per prendere la via del rilancio. Servirà un’azione corale di tutte le forze politiche perché il governo e anche l’Europa investano da noi, sulle nostre imprese e sulla ripresa". Inoltre per Sala "bisognerà dare attuazione a un poderoso piano di comunicazione indirizzato soprattutto all’estero per promuovere le nostre capacità e le nostre qualità".
"Questa crisi - ha detto ancora - dovrà necessariamente costituire un’occasione per ripensare il funzionamento della città, i tempi e le modalità". "Per anni - ha spiegato Sala - abbiamo parlato di smart working, ma ne abbiamo parlato solo, è stato tema di tanti articoli o convegni. Ora si fa. Il Comune di Milano ha autorizzato 500 dipendenti a lavorare da remoto. E verificheremo i risultati di questa decisione".
Per il sindaco di Milano "bisogna poi stimolare esempi virtuosi. Di nuovo, per fare un piccolo esempio, stamane ho parlato al telefono con i responsabili di due primari gruppi dei settori della grande distribuzione e delle farmacie", Coop e Lloyds, "che mi hanno confermato che stanno comunicando ai loro clienti milanesi che per tutto marzo faranno consegne a domicilio gratuite agli over 65".
Per Sala la diffusione del coronavirus "sta rappresentando non solo un pericolo per la salute, ma sta colpendo anche in modo inaspettato e imprevedibile le coscienze e le sensibilità di tutti. L’inaspettata fragilità della nostra stessa esistenza si traduce in una emotività comportamentale che, se non contenuta, ha già determinato e può ancor di più generare comportamenti collettivi francamente preoccupanti. Dalle corse illogiche all’acquisto di derrate alimentari nei supermercati, al considerare un untore chi risulta positivo al tampone".
Sala ha sottolineato che "anche scienziati e medici, fari molto spesso indiscutibili di vicende di questo genere, sembrano esprimere pareri non allineati, il che aumenta inevitabilmente il disagio e il disorientamento dei più". L’emergenza "ha colto impreparato il nostro mondo che da decenni conduce la sua vita pubblica e privata convinto di essere al riparo da contagi di questa portata".
"La responsabilità e il bastone di comando di questa crisi - ha aggiunto - devono stare saldamente nelle mani del governo e della Regione Lombardia e tutte le altre istituzioni, a cominciare dal Comune di Milano, devono collaborare a rendere questo compito il più efficace possibile". Le regole stabilite a livello governativo e regionale "non si discutono, si applicano. Sono il governo e la Regione Lombardia a stabilire, giorno per giorno, ora per ora, le regole sanitarie per arginare e per superare la diffusione del coronavirus".
Sala ha spiegato che "compito del Comune di Milano è eseguire quanto deciso cercando di dare l’esempio di quella collaborazione tra istituzioni che oggi è il prerequisito fondamentale richiesto dai cittadini di fronte a una crisi di questo genere".
La "botta economica" del coronavirus impatterà "in maniera significativa anche sul bilancio del Comune di Milano. Noi abbiamo fra dividendi ordinari e straordinari di Sea più di 100 milioni. Ho cominciato a chiedere a Sea di fare delle valutazioni" sul possibile impatto, ha continuato Sala che ha fatto gli esempi di Atm e della tassa di soggiorno e di Cosap. "L''azienda' Comune di Milano si dovrà confrontare con un livello di entrate significativamente più basso", ha spiegato.