Le motivazioni della sentenza: "Le navi della Gdf non sono automaticamente navi da guerra". Salvini: "Incredibile"
Carola Rackete ha adempiuto alle disposizioni sul salvataggio in mare e per questo "è corretta" la decisione del gip di Agrigento che non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch. E quanto scrivono i giudici della terza sezione penale della Cassazione nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 17 gennaio confermavano la decisione del gip di Agrigento che aveva rimesso la comandante della nave approdata a Lampedusa forzando il blocco della Guardia di Finanza, urtando l'imbarcazione dei militari e finendo poi in manette subito dopo l'approdo.
Per i giudici di piazza Cavour "l'obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell'atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l'obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro". Per questo motivo la Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura, dando così ragione alla gip di Agrigento Alessandra Vella, che non aveva convalidato l'arresto di Carola Rackete, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra, di cui era accusata la donna. Secondo i giudici della Cassazione inoltre "le navi della guardia di finanza sono certamente navi militari, ma non possono essere automaticamente ritenute anche navi da guerra".
SALVINI - "Pare che la Cassazione, nelle motivazioni, dice che Rackete non andava arrestata, che 'non ha commesso reato perché al comando della nave c'era un maresciallo della Finanza e non un comandante', quindi si giustifica lo speronamento, le voglio leggere queste motivazioni". Così Matteo Salvini, parlando nel corso di una conferenza stampa a Chieti, in Abruzzo. "Ma quelli rischiavano di essere schiacciati come vermi, incredibile", ricorda Salvini, riferendosi alla collisione avvenuta lo scorso 29 giugno trala Sea Watch 3 con a bordo 40 migranti nel porto di Lampedusa e la motovedetta della guardia di Finanza.