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"Due botti spaventosi e poi solo fumo e cenere"

La testimonianza di una giovane professoressa napoletana a Stromboli per un matrimonio: "Ho pensato a Pompei, all’esplosione del Vesuvio..."

03 luglio 2019 | 21.56
LETTURA: 2 minuti

"Sono sotto choc. Quando ho sentito quei due botti ho pensato a Pompei, all’esplosione del Vesuvio... Un terrore con cui noi napoletani siamo abituati a convivere da quando siamo piccoli, ce l’abbiamo nel subconscio...". A parlare all’Adnkronos è Elisabetta, una giovane professoressa di liceo napoletana arrivata proprio questa mattina a Stromboli per partecipare a un matrimonio in programma domenica. 

"Stavo tornando dal mare, andavo verso la piazzetta, avevo il vulcano di fronte - racconta - quando all’improvviso ho sentito due esplosioni forti. Ho pensato all’eruzione dello Stromboli, ho avuto una paura folle. Intorno a me una marea di pietrine, lapilli, cenere, e tanto, tanto fumo: non si vedeva più nulla. Poi il cielo, e il mare anche, sono diventati tutti neri. Per un momento sono rimasta immobile, pietrificata, come del resto tutti quelli che erano lì; all’improvviso ho visto scendere tanta gente dalla piazzetta, erano terrorizzati, correvano verso il mare non si sa perché, forse sperando in una via di fuga. Poi però li hanno fatti risalire su, temevano ci potesse essere uno tsunami". 

"Il matrimonio si farà lo stesso - racconta ancora Elisabetta - il pericolo di evacuazione al momento pare scongiurato e alla fine resterò sull’isola qualche altro giorno, come avevo preventivato, nonostante non possa dire di non aver avuto la tentazione di ripartire. Le vie d’accesso allo Stromboli - aggiunge - ora le hanno chiuse, noi saremmo dovuti salire domani... mi dispiace tanto per quell’escursionista morto, al posto suo avrei potuto esserci io. Sono già scampata a un grave incidente in moto, ed è la seconda volta che mi sento un po’ miracolata. Si vede che sarà mio padre da lassù".

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