Conferenza stampa annunciata e poi annullata per Matteo Renzi, all'indomani dell'arresto dei genitori Tiziano e Laura per bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Nel pomeriggio sono attese delle comunicazioni da parte degli avvocati della famiglia Renzi. Intanto, il senatore del Pd commenta il caso via enews: "Chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme", scrive Renzi, che aggiunge: "Chi conosce la realtà sa che quelle carte, peraltro, non corrispondono al vero. Ma per questo ci sarà il processo. Tra cinque anni, tra dieci anni, quando tornerà la calma e si potrà analizzare con serenità ciò che è accaduto in questo periodo alla mia famiglia, saranno in tanti a stupirsi".
L'ARRESTO - Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono finiti ieri agli arresti domiciliari in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Firenze ed eseguita dalla Guardia di Finanza del capoluogo toscano. Il provvedimento è stato notificato alle ore 18.53 da tre ufficiali della polizia giudiziaria del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanzia di Firenze nella casa dei coniugi a Rignano sull'Arno (Firenze). A ritirare l'atto del Gip del Tribunale di Firenze è stata Laura Bovoli, che ha aperto la porta di casa ai finanzieri. "Mai vista una cosa del genere: arresti domiciliari a due persone prossime ai 70 anni per fatti asseritamente commessi al più tardi nel 2012", il commento dell'avvocato Federico Bagattini, legale dei genitori dell'ex presidente del Consiglio. "Ci riserviamo ogni valutazione sul merito alla lettura completa delle carte".
L'ORDINANZA - "Con riferimento alla posizione di Tiziano Renzi e Laura Bovoli - scrive il Gip Angela Fantechi nell'ordinanza con cui ha disposto i domiciliari - sono poi in evidenza condotte volontarie realizzate non per fronteggiare una contingente crisi di impresa, quanto piuttosto di condotte imprenditoriali finalizzate a massimizzare il proprio profitto personale con ricorso a strategie di impresa che non potevano non contemplare il fallimento delle cooperative".
"Nei confronti degli indagati non è, allo stato, ipotizzabile la concessione della sospensione condizionale della pena attesa la gravità concreta dei reati per cui si procede e la loro esecuzione in un contesto temporale rilevante" scrive ancora il Gip di Firenze. Gli arresto si sono resi necessari perché "sussiste il concreto ed attuale pericolo che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede (tributari e fallimentari)". Secondo il Gip, il rischio di reiterazione dei reati da parte degli arrestati "emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti, nei cui confronti non è stata avanzata richiesta cautelare, pervicacemente portato avanti anche dopo l'inizio delle indagini".
COOP FALLITE E FATTURE FALSE - Relativamente alle indagini sulle società finite nel mirino degli inquirenti toscani, il gip osserva come "il modus operandi adottato da Renzi Tiziano e Bovoli Laura affinché 'Eventi 6' potesse avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali, è consistito nel costituire e nell'avvalersi delle cooperative 'Delivery Service', 'Europe Service' e 'Marmodiv' poi destinandole - continua sempre il gip - all'abbandono non appena essere raggiungevano uno stato di difficoltà economica, difficoltà economica più che prevedibile in considerazione che sulle stesse gravava l'onere previdenziale, e con riferimento a 'Marmodiv' anche l'onere fiscale derivante dall'emissione di fatture per operazioni inesistenti al fine di consentire evasione di imposta a 'Eventi6'". Il gip aggiunge che "nel caso di 'Delivery Service', Renzi Tiziano, Bovoli Laura e Massone Mariano hanno ritenuto, fin da poco la costituzione della cooperativa, di omettere sistematicamente il versamento di oneri previdenziali e di imposte".
A quanto si apprende, quindi, i domiciliari sono stati disposti nell'ambito di un nuovo filone di indagine scaturito da una delle inchieste che sta conducendo la procura fiorentina: la misura cautelare con l'accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni è stata applicata dal Gip, su richiesta della Procura, nell'ambito della nuova inchiesta per il fallimento delle tre cooperative collegate alla società di famiglia dei coniugi "Eventi 6". Nella stessa inchiesta è stato arrestato anche il vicepresidente di una delle cooperative, Mariano Massone: i tre finiti ai domiciliari sono accusati di aver provocato "dolosamente" il fallimento le tre cooperative dopo averne svuotato le casse.
A quanto apprende l'AdnKronos, inoltre, ci sono altri cinque indagati nell'inchiesta: si tratta degli ex amministratori di fatto e componenti del Cda della 'Delivery Service Italia', società cooperativa dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Firenze del 17 giugno 2015.
INDAGATI - Agli otto indagati viene contestato di "aver cagionato il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell'aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, così determinando o, comunque, aggravando il dissesto". Tra gli indagati ci sono Roberto Bargilli, ex autista del camper di Matteo Renzi al tempo della campagna per le primarie 2012, e Gianfranco Massone, padre di Mariano e già indagato in un'altra inchiesta a Genova su una presunta bancarotta fraudolenta che avrebbe coinvolto Tiziano Renzi.
IL PROCESSO - Il prossimo 4 marzo, intanto, per i genitori dell'ex premier si apre il processo nel quale sono imputati, insieme all'imprenditore Luigi Dagostino, amministratore della Tramor all'epoca dei fatti, per emissione di fatture false in relazione a due operazioni, una da 20.000 e un'altra da 140.000 euro più Iva, relative a studi di fattibilità commissionati da Tramor srl, società di gestione dell'outlet della moda 'The Mall' di Reggello, alle società dei Renzi, Party ed Eventi 6, nel 2015; fatture che, secondo la Procura, sono inesistenti.