Arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi. A quanto si apprende, sono bancarotta fraudolenta ed emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti i reati contestati al padre e alla madre dell'ex premier, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, finiti ai domiciliari in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Firenze ed eseguita dalla Guardia di Finanza del capoluogo toscano.
"Con riferimento alla posizione di Tiziano Renzi e Laura Bovoli - scrive il Gip Angela Fantechi nell'ordinanza con cui ha disposto i domiciliari - sono poi in evidenza condotte volontarie realizzate non per fronteggiare una contingente crisi di impresa, quanto piuttosto di condotte imprenditoriali finalizzate a massimizzare il proprio profitto personale con ricorso a strategie di impresa che non potevano non contemplare il fallimento delle cooperative".
"Nei confronti degli indagati non è, allo stato, ipotizzabile la concessione della sospensione condizionale della pena attesa la gravità concreta dei reati per cui si procede e la loro esecuzione in un contesto temporale rilevante" scrive ancora il Gip di Firenze. Gli arresto si sono resi necessari perché "sussiste il concreto ed attuale pericolo che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede (tributari e fallimentari)".
Secondo il Gip, il rischio di reiterazione dei reati da parte degli arrestati "emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti, nei cui confronti non è stata avanzata richiesta cautelare, pervicacemente portato avanti anche dopo l'inizio delle indagini".
Relativamente alle indagini sulle società finite nel mirino degli inquirenti toscani, il gip osserva come "il modus operandi adottato da Renzi Tiziano e Bovoli Laura affinché 'Eventi 6' potesse avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali, è consistito nel costituire e nell'avvalersi delle cooperative 'Delivery Service', 'Europe Service' e 'Marmodiv' poi destinandole - continua sempre il gip - all'abbandono non appena essere raggiungevano uno stato di difficoltà economica, difficoltà economica più che prevedibile in considerazione che sulle stesse gravava l'onere previdenziale, e con riferimento a 'Marmodiv' anche l'onere fiscale derivante dall'emissione di fatture per operazioni inesistenti al fine di consentire evasione di imposta a 'Eventi6'".
Il gip aggiunge che "nel caso di 'Delivery Service', Renzi Tiziano, Bovoli Laura e Massone Mariano hanno ritenuto, fin da poco la costituzione della cooperativa, di omettere sistematicamente il versamento di oneri previdenziali e di imposte".
A quanto si apprende, quindi, i domiciliari sono stati disposti nell'ambito di un nuovo filone di indagine scaturito da una delle inchieste che sta conducendo la procura fiorentina: la misura cautelare con l'accusa di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni è stata applicata dal Gip, su richiesta della Procura, nell'ambito della nuova inchiesta per il fallimento delle tre cooperative collegate alla società di famiglia dei coniugi "Eventi 6". Nella stessa inchiesta è stato arrestato anche il vicepresidente di una delle cooperative, Mariano Massone: i tre finiti ai domiciliari sono accusati di aver provocato "dolosamente" il fallimento le tre cooperative dopo averne svuotato le casse.
A quanto apprende l'AdnKronos, inoltre, ci sono altri cinque indagati nell'inchiesta: si tratta degli ex amministratori di fatto e componenti del Cda della 'Delivery Service Italia', società cooperativa dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Firenze del 17 giugno 2015.
OTTO INDAGATI - Agli otto indagati viene contestato di "aver cagionato il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell'aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, così determinando o, comunque, aggravando il dissesto". Tra gli indagati ci sono Roberto Bargilli, ex autista del camper di Matteo Renzi al tempo della campagna per le primarie 2012, e Gianfranco Massone, padre di Mariano e già indagato in un'altra inchiesta a Genova su una presunta bancarotta fraudolenta che avrebbe coinvolto Tiziano Renzi.
Il prossimo 4 marzo, intanto, per i genitori dell'ex premier si apre il processo nel quale sono imputati, insieme all'imprenditore Luigi Dagostino, amministratore della Tramor all'epoca dei fatti, per emissione di fatture false in relazione a due operazioni, una da 20.000 e un'altra da 140.000 euro più Iva, relative a studi di fattibilità commissionati da Tramor srl, società di gestione dell'outlet della moda 'The Mall' di Reggello, alle società dei Renzi, Party ed Eventi 6, nel 2015; fatture che, secondo la Procura, sono inesistenti.
Dopo la notizia l'ex premier ha annullato l'impegno pubblico per la presentazione del suo nuovo libro al circolo della stampa di Torino e ha fatto rientro a Firenze "per una grave vicenda personale. Da circa un'ora mio padre e mia madre sono ai domiciliari" scrive Renzi su Facebook, dicendosi "impaziente di assistere al processo". E ancora: "Ho molta fiducia nella giustizia italiana e penso che tutti i cittadini siano uguali davanti alla Legge".
L'AVVOCATO BAGATTINI- "Le prossime mosse sono quelle dello studio degli atti del fascicolo", ha detto l'avvocato Federico Bagattini, legale dei genitori dell'ex premier Matteo Renzi, annunciando che stanno "preparando un buon interrogatorio di garanzia". "Ci presenteremo davanti al giudice per confutare le accuse che sono state rivolte" e che, anche se "non ci è ancora stata comunicata una data", "abbiamo motivo di ritenere che andremo a lunedì o martedì della prossima settimana" e "può darsi che non ci sarà necessità" di fare ricorso al Tribunale del Riesame. "L'esagerazione più grossa del dispositivo del gip - ha aggiunto Bagattini - è la misura degli arresti domiciliari. Non voglio discutere del merito del provvedimento sotto il profilo degli indizi di colpevolezza, anche se c'è tanto da dire e da confutare, ma non si può in una fattispecie di questo genere mettere due persone, che non sono neanche dei ragazzini, agli arresti domiciliari. Non riesco a comprenderlo". "La misura che in questi casi può essere più efficace è semmai quella interdittiva rispetto all'attività imprenditoriale", ha sostenuto l'avvocato della famiglia Renzi. Secondo il legale dei coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli, il rischio di reiterazione del reato, paventato nell'ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Firenze, Angela Fantechi, anche per il fatto che stessero abbandonando la cooperativa Marmodiv, con lo stesso modus operandi delle altre due cooperative fallite, "è una contraddizione in termini: se io abbandono lo strumento con il quale i reati sarebbero stati commessi, vuol dire per ciò stesso che non c'è un rischio di recidiva di reiterazione del reato, e quindi non c'è neppure bisogno di confutare se fosse vero o non vero l'abbandono. E' l'abbandono sostenuto dal primo giudice che azzera ogni profilo di rischio di recidiva".
L'EX PREMIER - "Sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato. Mai. Adesso chi crede nella giustizia aspetta le sentenze. Io credo nella giustizia italiana e lo dico oggi, con rispetto profondo, da servitore dello Stato" prosegue Renzi.
"Arriveranno le sentenze - rimarca il senatore Pd - e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano - oggi, casualmente proprio oggi - questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no". E "da rappresentante delle Istituzioni difendo lo Stato di diritto e chiedo a tutti di credere nella giustizia. Da figlio - aggiunge - sono dispiaciuto per aver costretto la mia famiglia e le persone che mi hanno messo al mondo a vivere questa umiliazione immeritata e ingiustificata".
"Se io non avessi fatto politica, la mia famiglia non sarebbe stata sommersa dal fango. Se io non avessi cercato di cambiare questo Paese i miei oggi sarebbero tranquillamente in pensione. Dunque - prosegue Matteo Renzi - mi sento responsabile per il dolore dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei figli e dei miei nipoti. I dieci nipoti sanno però chi sono i loro nonni. Sanno che possono fidarsi di loro. E sanno che ciò che sta avvenendo è profondamente ingiusto".
"Voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale". E ancora: "Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona - dice l'ex premier -. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta". Matteo Renzi terrà una conferenza stampa martedì in Senato alle 16.
IL LEGALE - "Mai vista una cosa del genere: arresti domiciliari a due persone prossime ai 70 anni per fatti asseritamente commessi al più tardi nel 2012". Così l'avvocato Federico Bagattini, legale dei genitori dell'ex presidente del Consiglio. "Ci riserviamo ogni valutazione sul merito alla lettura completa delle carte".
BERLUSCONI - "Sono cose che in un Paese civile non accadrebbero" dice Silvio Berlusconi a 'Quarta Repubblica', parlando dell'arresto. Credo che "umanamente sia molto addolorato e che pensi che se lui non avesse fatto politica questo non sarebbe accaduto" aggiunge. E' "una cosa dolorosa che non sarebbe accaduta se la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, che è assolutamente urgente".
SALVINI - "Non festeggio per gli arresti, non commento le sentenze" dice invece Matteo Salvini a 'Il Post' del Tg2. "Altri vorrebbero vedermi sotto processo... io festeggio quando si arrestano i mafiosi, i ladri, i terroristi, i delinquenti. Quando arrestano i genitori di un avversario politico, io non festeggio"
TRAVAGLIO - "A differenza di come mi dipingono non sono uno che festeggia le manette: anche di fronte ai genitori di Renzi mantengo una olimpica imperturbabilità" dice poi all'AdnKronos Marco Travaglio, direttore del 'Fatto Quotidiano', giornale in prima linea nelle inchieste sulla famiglia dell'ex premier.