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Battisti

Torregiani vede Salvini

(Foto dal Viminale)
(Foto dal Viminale)
13 gennaio 2019 | 15.42
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E' durato circa dieci minuti l'incontro alla scuola di formazione politica della Lega, a Milano, tra Matteo Salvini e Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso il 16 febbraio 1979 dai Pac, nel corso di una sparatoria in cui lui stesso rimase colpito e paralizzato. "E' stato un caso che io fossi qui oggi - precisa Torregiani -. E' che faccio parte dell'associazione che ha organizzato questo evento", ma l'occasione è stata certamente utile per "chiedergli di mantenere la fermezza".

L'incontro con il vice premier, assicura, "è andato bene, ci siamo congratulati a vicenda, visto che da tempo lavoravamo a questo obiettivo". Torregiani spiega infatti: "La prima volta che ho incontrato Salvini era il 2008, al Parlamento europeo, dove andai per chiedere un impegno comune nella risoluzione del caso". E "da allora, lui ci ha sempre messo la faccia". Oggi, aggiunge, "l'arresto di Cesare Battisti credo sia un bel segnale per tutte quelle persone che magari da tanti anni chiedono giustizia e non possono contare sull'attenzione dei media, come invece è capitato a me". Ecco perché, rivela, "voglio andare in tutta Italia e portare la mia esperienza a quante più persone". L'idea potrebbe anche tradursi in un tour per le piazze: "Perché no?", dice sorridendo. 

Arrivando alla scuola politica della Lega, Torregiani spiega che quella di Battisti "è una ferita ancora aperta. Credo che sarà chiusa nel momento in cui sarà determinata la sua carcerazione". Visibilmente emozionato, aggiunge: "Come ho già detto, penso che mio padre, il padre di Sabbadin e il fratello di Campagna, dopo 40 anni possano finalmente riposare in pace".

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