
Sono i bikers della Odv 'Simpatiche Canaglie Roma' che a partire dal prossimo 6 marzo tornano nelle scuole di Fidene, Pietralata e Guidonia per gridare di nuovo il proprio 'Stop al Bullismo'. Obiettivo dell’associazione nata nel 2019 sensibilizzare, proteggere e supportare le tante vittime di abuso, ad opera di adulti e coetanei. Vestiti di casco, giubbotto, occhiali, e tatuaggi sparsi per il corpo, si legge in una nota, da circa sei anni le 'Simpatiche Canaglie Roma' entrano nelle scuole primarie, secondarie e superiori d’Italia per parlare a modo loro, di rispetto, coraggio, e ascolto, aiutando le piccole vittime di bullismo, spesso relegate nel silenzio di un dolore inconfessabile e di una vergogna ingiustificata, a non avere più paura e intraprendere, con il loro supporto, un percorso di denuncia e rinascita, attivandosi all’occorrenza essi stessi in prima persona. Usano 'il proprio codice', lo stesso che li rende motociclisti, per parlare con il cuore alla platea di quei tanti piccoli eroi costretti loro malgrado a fare i conti con la realtà dell’abuso. Jolly, Totò, Grisù Tucano, Karasu, Caronte e Danger, alcuni dei road name con i quali questi angeli della strada con l’aria da duri, le ruote al posto delle ali e il cuore di zucchero si schierano da anni a fianco dei minori lavorando di pari passo con la famiglia la scuola e istituzioni, per salvare le vittime dalle maglie insidiose della violenza.
“Abbiamo avviato questo percorso a carattere sociale diversi anni fa legati da una motivazione comune – afferma il vice presidente dell’associazione Angelo Mastropasqua (Jolly) - sensibilizzare i più piccoli nello specifico, e l’opinione pubblica in genere, sul tema della violenza in ogni sua forma, per sostenere le vittime in un percorso di ripresa partendo proprio dal coraggio di denunciare. Ci adoperiamo per offrire, supporto e protezione cooperando con la famiglia, la scuola e le Istituzioni, rimanendo a disposizione dell’abusato anche a percorso concluso. Lo facciamo con i nostri panni, con i nostri modi, con il nostro linguaggio, - continua - portando tuttavia contenuti comprensibili al bambino, partendo dalle immagini, sino a semplici questionari concepiti per raccogliere informazioni e scovare il bullo piuttosto che il bullizzato, partendo dal presupposto che entrambi hanno bisogno di aiuto, poiché entrambi sono vittime di un forte disagio sociale e/o famigliare”.
Dalla prima infanzia sino all’adolescenza sono tanti i nomi delle vittime di abuso, compreso il cyber-bullismo, che hanno trovato una speranza nell’abbraccio dei bikers dell’associazione, costantemente in strada per regalare a tutti loro un futuro migliore. “Mi sono sentito libero quando ho parlato del fatto che mi bullizzavano a catechismo”, scrive cosi Pietro (nome di fantasia) sul questionario rilasciato alla Odv in uno dei tanti incontri. “Ci vedono come eroi – dichiara il responsabile alla sicurezza Giandomenico Miele (Totò) - ma i veri 'Eroi' sono loro. Perché sono gli uomini e le donne del futuro, e dal loro coraggio di interrompere una catena di dolore e dire No alla violenza dipenderà la bontà del tempo che verrà”.