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Cecilia Sala e Elon Musk: "Ecco perché era fondamentale" - Video

19 gennaio 2025 | 22.56
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"Nessuno della mia famiglia e neanche (il mio compagno) Daniele Raineri hanno mai parlato con Elon Musk". Lo ha chiarito Cecilia Sala, la giornalista liberata dopo 21 giorni di detenzione in Iran lo scorso 8 gennaio, ospite di 'Che Tempo Che Fa', andata in onda domenica 19 gennaio sul Nove.

"Innanzitutto, diciamo che la mia famiglia - ricostruisce Sala - prova a contattare chiunque in quei momenti e l’unica priorità dal loro punto di vista era liberarmi. Nessuno di loro ha mai parlato con Elon Musk ma Daniele Raineri contatta il referente di Elon Musk in Italia, Andrea Stroppa, e gli chiede se può far arrivare questa notizia dalla famiglia perché non la scopra dai giornali. I rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e l’Iran - ricorda - sono interrotti dal ’79, dalla rivoluzione islamica quando i rivoluzionari islamici iraniani rapiscono tutti quelli che trovano dentro l’Ambasciata degli Stati Uniti, che da allora è chiusa, però esce sul New York Times due mesi prima del mio rapimento che Elon Musk aveva incontrato l’Ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite che è a New York".

"Una notizia enorme - sottolinea Sala - perché non si parlano direttamente gli americani e gli iraniani. Quindi ovviamente nel momento in cui lui sa molto più di me, perché ha accesso alle notizie e io no da dentro l’isolamento, però si capisce che è un caso che riguarda sia l’Iran, sia l’Italia, sia gli Stati Uniti, Elon Musk diventa una persona fondamentale. L’unica risposta che ha avuto Daniele da Andrea Stroppa - afferma però la giornalista - è stata ‘è informato’, quindi lo sapeva dalla famiglia".

"Se Donald Trump fosse uscito sulla stampa dicendo pubblicamente che voleva delle particolari ritorsioni contro qualche iraniano - dice Sala - , la mia situazione si poteva complicare moltissimo. Io ero sicura di stare dentro molto di più perché tutti gli altri sono stati dentro molto di più, avevo paura per i miei nervi se fossi rimasta in isolamento. Quando è arrivata la compagna di cella e il libro avrei potuto stare dentro molto di più. Ma io sapevo che c’era un conto alla rovescia che era l’insediamento di Trump che mi spaventava".

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