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Archivio Disarmo presenta il libro 'Sotto la sabbia' di Giampaolo Cadalanu

Libro di Laterza presentato a Roma nella sede di Archivio Disarmo

Archivio Disarmo presenta il libro 'Sotto la sabbia' di Giampaolo Cadalanu
03 aprile 2025 | 13.13
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Nel complicato momento attraversato dalle relazioni internazionali tra Europa, Stati Uniti, Russia e conflitti in atto, si rischia di perdere di vista ciò che accade alla periferia del sistema. Per la storia e la geografia e soprattutto per l'economia, la Libia non è una periferia per noi italiani, bensì un vicino strategico in tutti i sensi. Dagli interessi militari di Russia e Turchia, a quelli economici di Francia e Stati Uniti (non escluso l'onnipresente Qatar) quali scenari si aprono per il Paese nostro dirimpettaio nel Mediterraneo? Che peso ha in essi la questione migratoria, portata alla ribalta dalla frettolosa liberazione del ricercato internazionale Al Masri? A queste domande risponde il libro “Sotto la sabbia – La Libia fra petrolio, migranti e trafficanti” di Giampaolo Cadalanu, già inviato speciale de "La Repubblica", appena uscito da Laterza e presentato a Roma nella sede di Archivio Disarmo.

Commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: "La gestione del caso al-Masri ha costituito un vero e proprio schiaffo in faccia alla Corte penale internazionale che l'Italia, ospitando nel 1998 la conferenza istitutiva del suo Statuto, contribuì a far nascere. Ci dice fino a che punto la cooperazione con la Libia abbia un ruolo superiore non solo – come ormai noto da anni – a scapito dei diritti umani delle persone migranti e richiedenti asilo, ma anche rispetto ai nostri obblighi di cooperazione con la giustizia internazionale".

Aggiunge Fabrizio Battistelli, presidente di Archivio Disarmo: "In Italia cambiano i governi ma mai che gli accordi in materia di migrazione con i Paesi dall'altra parte del Mediterraneo prevedano garanzie sui diritti dei migranti e sulle condizioni di vita nei centri di raccolta. Soltanto forniture di mezzi e armi alle varie polizie e guardie costiere di Tripoli, senza alcuna formazione né controllo sulla tutela dei diritti umani".

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