I due leader liquidano i 5 Stelle. Pd guarda ai 'governisti' del Movimento, la posizione di Draghi per ora non cambia
Le "nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte - contraddistinte da ultimatum e minacce - confermano la rottura di quel 'patto di fiducia' per Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Sul tavolo dell'incontro del Cavaliere e del leader della Lega a villa Certosa la crisi di governo. I due, dopo aver liquidato il M5S "per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità", ribadita la ferma intenzione di tenere una strategia comune come centrodestra, affermano di essere pronti al voto. Intanto il Pd punta tutto sull'ala governista del Movimento, dove il clima è teso. Una crepa infatti, proprio quella tra 'contiani' e 'governisti', rischia di allargarsi sempre di più e di produrre una nuova frattura interna al M5S dopo la scissione di Luigi Di Maio. Così un nuovo rinvio a oggi, l'ennesimo, per l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari è arrivato ieri sera.
Al momento in ogni caso per palazzo Chigi le cose non cambiano e la linea è quella di non interferire in alcun modo sul dibattito in corso tra le forze politiche. Dal punto di vista "sostanziale", è la valutazione riportata all'Adnkronos, non vengono registrati "particolari cambiamenti, ci sono molti distinguo". Nella consapevolezza della fase delicata che si sta attraversando, il premier Mario Draghi resta in silenzio, segue l’evoluzione informato sia del dibattito politico in corso sia dei numerosi "appelli che vengono dal Paese reale", da ultimo quello di centinaia di sindaci, giudicati "molto importanti". Un appello sottoscritto da circa 1000 sindaci e che, spiega Matteo Ricci primo cittadino di Pesaro, avrebbe colpito il premier. Domani il presidente del Consiglio sarà in Algeria per firmare una serie di "importanti accordi" andando avanti con "il consueto pragmatismo".
M5S
Clima a tratti teso nel corso dell'assemblea congiunta M5S di questa mattina. La maggioranza dei parlamentari intervenuti si è schierata nettamente a favore della linea del leader pentastellato Giuseppe Conte, ma non sono mancati appelli a sostegno della fiducia al governo presieduto da Mario Draghi. Una crepa, quella tra 'contiani' e 'governisti' che rischia di allargarsi sempre di più e di produrre una nuova frattura interna al M5S dopo la scissione di Luigi Di Maio.
Intanto un nuovo rinvio, l'ennesimo, è arrivato per l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari M5S. La riunione, in video-call, iniziata ieri sera e ricominciata questa mattina alle 10.30 slitterà a domani, con orario da definire. I lavori sarebbero dovuti riprendere oggi pomeriggio alle 18, poi c'è stato uno spostamento alle 20. Alla fine, si è deciso per un aggiornamento a domani pomeriggio.
Durante la riunione in video-conferenza iniziata alle 10.30 i toni si sono surriscaldati quando - apprende l'Adnkronos - la senatrice Giulia Lupo ha puntato il dito contro i "tiratori scelti" che a suo dire starebbero destabilizzando il M5S dall'interno: "Rispetto le idee di tutti, ognuno fa le sue scelte. Ma se lo specchio non può sputarvi, allora forse potrebbe iniziare a farlo qualcuno di noi...", le parole al vetriolo della parlamentare contiana.
Secondo quanto viene riferito, più di qualcuno avrebbe apostrofato i governisti con un esplicito "un abbraccio ai traditori". Tra i più bersagliati dalle critiche ci sarebbe Maria Soave Alemanno (membro del direttivo grillino alla Camera e delegata d'Aula) che non a caso ieri è stata una delle prime a manifestare la sua intenzione di continuare ad appoggiare il governo Draghi. Nel mirino di alcuni contiani anche il capogruppo Davide Crippa: "In Consiglio nazionale devi rappresentare il pensiero della maggioranza e non portare la tua opinione personale", l'accusa indirizzata al presidente dei deputati, contrario all'ipotesi di innescare una crisi di governo. Particolarmente 'duri' nei confronti dei filo-governativi sono stati gli interventi di Leonardo Donno, Sebastiano Cubeddu e Gilda Sportiello.
Berluscon-Salvini
Aspettano l'evoluzione della situazione politica ma sono pronti al voto a breve. Matteo Salvini ha incontrato oggi a villa Certosa Silvio Berlusconi. I due hanno deciso di anticipare il vis a vis previsto in un primo momento per domani, per discutere della crisi del governo Draghi con la ferma intenzione di tenere una strategia comune come centrodestra di governo.
Il presidente di Forza Italia Berlusconi e il segretario della Lega Salvini hanno avuto un "lungo e cordiale incontro oggi in Sardegna". I "leader del centrodestra di governo hanno esaminato e approfondito la situazione politica". Le "nuove dichiarazioni di Giuseppe Conte - contraddistinte da ultimatum e minacce - confermano la rottura di quel 'patto di fiducia' richiamato giovedì dal Presidente Mario Draghi e alla base delle sue dimissioni", si legge in una nota congiunta firmata dall'ex premier e dal segretario della Lega al termine del vertice.
I due leader, "con il consueto senso di responsabilità, hanno dunque concordato di attendere l’evoluzione della situazione politica, pronti comunque a sottoporsi anche a brevissima scadenza al giudizio dei cittadini". E "confermano che sia da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità".
Pd
La misura di quanto nel Pd si è convinti che serviranno tutte le ore di qui a mercoledì per capire quali saranno le effettive posizioni in campo, è il messaggino arrivato oggi pomeriggio a deputati e senatori dem. Enrico Letta ha convocato la congiunta dei gruppi martedì sera alle 21.30. All’ultimo, prima dello show down in aula con il premier Mario Draghi. Mentre nei 5 Stelle in assemblea permanente volano gli stracci e Lega e Forza Italia fanno un passo avanti verso il voto e uno indietro, la linea dem è quella di continuare, riservatamente, a lavorare per salvare il salvabile.
Certo la situazione è quella che è. Andrea Orlando la dice così: “Dopo la discussione dei Cinquestelle, oggi vediamo che anche dalla destra arrivano ostacoli alla ripresa di un ragionamento sulla possibilità di proseguire questa esperienza di unità nazionale”. Parla di “cauto pessimismo” il ministro dem che, pure sempre tra i più dialoganti con i 5 Stelle, parla di “tattica sbagliata e dannosa” dei pentastellati. “Conte ha alzato il sasso e Salvini rischia di prendere l'anguilla: la destra ha approfittato di questa convulsione dei Cinque stelle per aprire la strada alle urne”.
Nei gruppi parlamentari si racconta di un lavorio instancabile sui 5 stelle. Tra chi si muove per tenerli dentro e chi per convincere almeno la truppa governista a prendere le distanze dai falchi pronti ad uscire dal governo. “Non hanno ancora deciso ma tra loro ormai è guerra aperta, un Vietnam”, racconta un deputato dem.
Un senatore la mette così. “Il quadro che si va componendo è questo: nuova spaccatura del M5S, una minoranza si esprimerà per Draghi - soprattutto deputati ed il ministro D’Inca- e il resto con Conte verso l’appoggio esterno che diventerebbe nel giro di pochi giorni opposizione”. Ma sarà una soluzione accettabile per Draghi?