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Covid, test rapido prima di cenone Natale: cosa dicono Bassetti, Crisanti, Gismondo

Come comportarsi in vista delle feste

(Foto Afp)
(Foto Afp)
19 dicembre 2022 | 12.02
LETTURA: 3 minuti

Fare un tampone per Covid prima del cenone di Natale? Gli esperti sono divisi sulla necessità di farlo. Ma prima di incontrare il 24 dicembre sera a cena o il 25 a pranzo delle persone anziane e fragili, cosa è meglio fare?

"Fare un tampone prima del cenone di Natale non serve assolutamente a niente", afferma all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commentando il tweet del virologo Roberto Burioni che ha affermato che farà un tampone rapido prima di cenare a Natale con i genitori, 93 e 92 anni, perché "non voglio esporli a rischi evitabili con un tampone di indolore".

"La dimostrazione è quello che è successo, ad esempio, nel programma tv Grande Fratello Vip, in cui i tamponi erano negativi, ma ci sono stati contagi- sottolinea Bassetti - I tamponi rapidi purtroppo sappiamo che hanno un numero importate di falsi negativi, ma ancora continuiamo con informazioni non corrette. Io credo che, se voglio tutelare i genitori anziani, il modo migliore è dirgli di vaccinarsi, di fare anche la quinta dose, e poi mangiandoci allegramente insieme, abbracciandoli e baciandoli".

"A chi mi chiede se farei un tampone per Covid prima di incontrare per il cenone di Natale delle persone anziane e fragili rispondo: sì, lo farei, certo", evidenzia all'Adnkronos Salute il microbiologo e senatore Pd, Andrea Crisanti. "Così come allo stesso tempo consiglio a tutte quante le persone fragili, anche vaccinate, di mettersi la mascherina quando stanno in luoghi pubblici o quando incontrano persone che non hanno mai incontrato", aggiunge.

Sull'opportunità di fare un test pre-cenone "io penso la stessa cosa (di Burioni, ndr) - dice Crisanti - Se uno deve incontrare persone fragili, anche se vaccinato, ci vuole un po' di senso di responsabilità. Tutto qui".

"Fare il test rapido Covid prima del cenone di Natale è inutile" secondo Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'Ospedale Sacco di Milano. In casi come questi "i tamponi dovremmo proprio smettere di farli", sostiene Gismondo che tuttavia ritiene "un consiglio assolutamente valido" quello di "usare la mascherina, o comunque evitare contatti stretti, se durante le feste incontriamo persone anziane e abbiamo qualche sintomo sospetto per Covid, ma ancora di più per l'influenza".

"Sì il tampone lo farei", risponde all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene all'Università Statale di Milano. "Io credo che sia necessario buonsenso e attenzione. Se ci sono persone fragili, ben venga anche il tampone. Magari antigenico per renderlo più semplice, pur con i limiti che sappiamo dell'antigenico. E soprattutto - è l'appello di Pregliasco - attenzione se abbiamo sintomi".

"Fare un tampone fai da te prima del cenone di Natale, con l'affidabilità che non è delle migliori visto che può dare nel 30% dei casi un falso negativo, è quasi inutile. A questo punto se si deve passare il Natale con anziani e fragili meglio che tutti indossino la mascherina Ffp2 al chiuso. E' più sicura". Così all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.

"Siamo il popolo del tutto o niente, che spesso si scorda che ci sono anche le vie di mezzo. E infatti in poco tempo abbiamo chiuso il libro del terrore sulla pandemia e abbiamo aperto quello del 'chissenefrega'. Ma così non va bene per niente. E siccome, per quanto mi riguarda, sono abituato a muovermi con ragionevolezza e senso di responsabilità, dico che un tampone fatto prima di un pranzo o cenone di Natale non nuoce a nessuno, né in termini di tempo da perdere né in termini di eventuale fastidio da subire, vista la facilità con cui si può procedere ad una diagnosi ultrafast", dice all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata.

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