"Serve politica razionale per evitare provvedimenti impopolari come le scarcerazioni preventive"
"Vaccinare la popolazione carceraria e il personale che ci lavora è un'urgenza prioritaria ai fini del contenimento del Covid, perché si tratta di realtà chiuse e l'estrema facilità con cui possono diventare dei focolai dovrebbe spingere alla vaccinazione immediata di chi ci vive e lavora". A lanciare l'appello alle istituzioni tramite l'Adnkronos è Daniela Caputo, Segretario Nazionale Funzionari e Dirigenti Polizia Penitenziaria. "Così come si avverte la necessità di vaccinare prioritariamente il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa, perché i primi stanno a contatto coi malati e i secondi vivono in realtà chiuse, la stessa identica esigenza è sottesa ai carcerati", incalza Caputo.
"Spesso ci sono trecento, quattrocento, anche mille detenuti che vivono negli stessi spazi, più il personale carcerario. Se si crea un focolaio, ci sono poi estreme difficoltà nel contenerlo", argomenta Caputo. Che aggiunge: "Se questo non viene fatto, si rischia poi di dover prendere provvedimenti impopolari, come quelli che sono stati adottati a marzo di sfollare gli istituti per poi limitare il contagio. Anziché dover ricorrere alla scarcerazione preventiva, sarebbe fortemente auspicabile una politica vaccinale preventiva. Questo chiediamo".
"Questo non sembri un voler prevaricare o scavalcare il calendario prestabilito, o un'agevolazione di qualsiasi genere -ci tiene a sottolineare il dirigente- è questione di razionalizzazione socio sanitaria e di urgenza, le carceri non sono state considerate, secondo noi sbagliando, perché bisogna evitare che diventino nuovi focolai in cui la diffusione sarebbe molto veloce".