Progetto promosso da Novartis punta a sensibilizzare su una patologia che spesso viene confusa con un banale mal di schiena
Un cammino di 120 chilometri sulla Via Degli Dei, il percorso che attraversa gli Appennini unendo Bologna e Firenze. Lungo questa via si sviluppa "Passi di Saute", un progetto di sensibilizzazione sulle spondiloartriti promosso da Novartis, con il patrocinio delle principali associazioni di pazienti con malattie reumatologiche, per porre maggior attenzione sulla patologia in modo da ridurre i tempi alla diagnosi e limitare le gravi conseguenze che mesi o anni di ritardi possono provocare.
Una patologia con sintomi che possono trarre in inganno ed essere confusi, ad esempio, con un banale mal di schiena; una serie di esami, valutazioni e trattamenti non mirati alla problematica prima della diagnosi e dell’avvio del corretto percorso terapeutico. Tempo prezioso perso; una costante nelle storie di chi soffre di spondiloartriti con un notevole impatto sulla qualità della vita.
Protagonista del progetto Passi di Salute è Giorgio Circosta, persona con spondilite anchilosante, una particolare forma di spondiloartrite, che percorrerà un percorso di oltre 120 km per portare l’attenzione sulla patologia e dimostrare come un corretto percorso diagnostico terapeutico può portare non solo a un miglioramento della qualità di vita ma permettere anche di compiere grandi imprese come quella di affrontare lunghi cammini con lo zaino sulle spalle ed avere accesso a luoghi meravigliosi custoditi nel cuore del nostro Paese. La camminata si svolgerà lungo la “Via Degli Dei”, un’antica strada militare che collega Bologna a Firenze e che prende il nome da una serie di monti che la caratterizzano: Monte Adone, Monte Venere e Monte Luario (la dea della Luna).
Ma sarà anche un cammino metaforico attraverso tutti “i passi” che una persona con spondiloartrite percorre per riuscire a gestire la malattia e raggiungere un adeguato livello di qualità di vita. Una partenza che può rivelarsi difficile e dolorosa nel percepire e riconoscere i primi sintomi, a volte sottovalutati e confusi con altri stati, per procedere con visite specialistiche di diverso genere e arrivare poi a una corretta diagnosi e alla terapia adeguata. Un percorso lungo che spesso dura anni e che rischia di segnare fisico e psiche se non affrontato con i tempi corretti e nel modo più appropriato. Insomma, proprio come un vero viaggio sui sentieri.
"Con il termine spondiloartriti si intende un gruppo di malattie reumatologiche infiammatorie croniche che coinvolgono principalmente la colonna vertebrale, ma possono estendersi anche ad articolazioni periferiche degli arti superiori e inferiori. Uno dei sintomi più importanti e distintivi delle spondiloartriti all’esordio è il mal di schiena infiammatorio con possibile interessamento delle articolazioni sacroiliache. I pazienti lamentano dolore, rigidità, affaticamento e una perdita progressiva della mobilità della colonna vertebrale. Se non diagnosticata e trattata per tempo, la malattia può portare a progressiva riduzione della mobilità della colonna vertebrale e a severa disabilità”, ha affermato Roberto Caporali, direttore del dipartimento di reumatologia e scienze mediche dell’Asst Gaetano Pini-Cto di Milano.
A soffrire di spondiloartriti assiali è circa 1 persona su 20 con mal di schiena cronico. Questi potrebbero non essere diagnosticati o minimizzare la causa sottostante del dolore, ma esistono 2 tipi di mal di schiena: quello meccanico e quello infiammatorio. Per i pazienti affetti da mal di schiena, è importante distinguere l’eziologia del dolore infiammatorio da quella del dolore meccanico.
A far sospettare una spondiloartrite assiale è il mal di schiena infiammatorio che spesso compare prima dei 40 anni, persiste o più mesi, e soprattutto si accompagna a rigidità mattutina e dolore che migliora con il movimento o con l'esercizio fisico. I sintomi peggiorano con il riposo, si intensificano specialmente al mattino o durante la notte.
"Ancora troppo spesso il mal di schiena viene erroneamente confuso con un dolore collegato all’età, quando invece nella sua forma infiammatoria riguarda soprattutto giovani (più spesso maschi) nel pieno della vita lavorativa. Infatti, tra i problemi dei pazienti che soffrono di mal di schiena infiammatorio sicuramente la difficoltà di arrivare ad una diagnosi rappresenta uno dei maggiori ostacoli e, spesso, questa arriva dopo che la malattia ha già causato danni irreparabili. Il paziente prima di arrivare al reumatologo di riferimento, rallenta il suo percorso alla diagnosi cercando soluzioni alternative alla gestione del sintomo. Fare cultura sulla corretta interpretazione dei sintomi, sul valore del reumatologo e aumentare la consapevolezza di altre figure professionali e specialisti (es. fisioterapisti, ortopedici, neurochirurghi, Mmg ma anche personal trainer o altre persone a cui chi ha mal di schiena può rivolgersi) rappresentano elementi chiave nel raggiungimento di una diagnosi precoce", ha affermato Carlo Selmi, responsabile dell'Unità operativa reumatologia e immunologia clinica in Humanitas, professore ordinario di medicina interna, Humanitas University di Milano.
E’ importante inoltre ricordare quanto un’attività fisica adeguata possa supportare il successo di una terapia farmacologica, nell’ottica sia della gestione della patologia che della qualità di vita del paziente, oltre a preservare l’elasticità della colonna.
Passi di Salute è un’iniziativa che mira ad accrescere la consapevolezza sul mal di schiena infiammatorio e a ridurre i tempi necessari alla diagnosi delle spondiloartriti assiali, favorendo la corretta gestione e la precoce presa in carico del paziente, ed è patrocinata dalle principali associazioni di pazienti, Anmar - Associazione nazionale malati reumatici, Apmarr - Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare, Alomar - Associazione lombarda malati reumatici, Amrer - Associazione malati reumatici Emilia Romagna, Atmar- Associazione toscana malati reumatici e Onda - Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.