di Antonio Atte
Giù le mani dai direttori di gara. Arriva al Senato il disegno di legge 'salva-arbitri' targato Movimento 5 Stelle, che ha come obiettivo la tutela fischietti, spesso vittime di aggressioni durante le partite di calcio o altre competizioni sportive. Il ddl - presentato a Palazzo Madama dal senatore M5S Gianluca Castaldi, ex arbitro di calcio - punta ad "assegnare la competenza al tribunale ordinario, in composizione monocratica, del delitto di lesioni lievi e lievissime" commesso "in occasione di manifestazioni di carattere sportivo".
"L'Osservatorio violenza dell'Associazione italiana arbitri - spiega l'esponente grillino all'Adnkronos - ha registrato nella stagione 2015/2016 ben 681 casi di violenza a danno dei direttori di gara. Un simile bollettino di guerra è purtroppo completamente opposto ai valori positivi che lo sport può e deve trasmettere".
Per questo, prosegue Castaldi, "ho presentato un ddl che garantisce maggiori tutele agli arbitri vittime di violenza". Come funziona? "Modificando l'articolo 4 del decreto legislativo n. 274 del 2000, diamo la competenza al tribunale ordinario del delitto di lesioni lievi e lievissime, avvenuto nel contesto di una gara sportiva. In questo modo saniamo le lacune della situazione attuale, a causa della quale l'arbitro vittima della violenza rischia non solo di non ottenere il giusto risarcimento, ma neppure il rimborso delle spese legali", risponde il parlamentare abruzzese.
In base alla legislazione vigente, infatti, come si legge nel testo del disegno di legge, "al netto di eventuali circostanze aggravanti, laddove la prognosi risulti inferiore a venti giorni", il delitto "è di competenza del giudice di pace, procedibile a querela". Secondo Castaldi e gli altri senatori M5S firmatari del ddl, la legge 'salva-arbitri' "può quindi rappresentare un efficace strumento di contrasto al fenomeno della violenza contro gli ufficiali di gara, nonché di possibile ristoro - quantomeno legale - alle vittime di tale fattispecie delittuosa".
I pentastellati auspicano "un celere esame del presente disegno di legge, volto a correggere un vulnus di carattere ordinamentale", con lo scopo di "dotare gli ufficiali di gara oltraggiati con la violenza fisica, mentale e morale di uno strumento ulteriore di tutela giurisdizionale: effettivo, efficace e concreto".
Recentemente la Figc è intervenuta per rispondere ai tanti casi di violenza sugli arbitri degli ultimi mesi, annunciando un inasprimento delle sanzioni. Per la prima volta, si legge in un comunicato del 7 dicembre, la Federazione "ha provveduto a disciplinare nel dettaglio, attraverso l'introduzione di un apposito articolo del Codice di Giustizia, la casistica delle condotte violente, aumentando in maniera significativa i minimi edittali di squalifica ed inibizione (minimo 1 anno per violenza senza referto medico e minimo 2 anni per i casi di violenza con referto medico)". Allo stesso tempo "è stata colmata una lacuna presente nel Codice, fissando i minimi edittali anche per tecnici e dirigenti, non solo per i calciatori, prima non espressamente richiamati dalla normativa".
Ad annunciare il pugno duro è stato anche il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini, che a novembre ha incontrato al Viminale il presidente dell'Aia Marcello Nicchi e il presidente Figc Gabriele Gravina proprio per trovare una soluzione al problema.
"Siamo di fronte ad un'emergenza educativa - ha scandito il leader della Lega a margine dell'incontro dello scorso 13 novembre - farò tutto il possibile per riportare disciplina, regole, ordine, rispetto buona educazione e sanzioni nei campi di calcio. C'è un lavoro da fare per riportare i fondamenti dell'educazione e senso civico. Bisogna sanzionare delinquenti che picchiano centinaia di arbitri ogni anno nei campionati minori".