Il decano dei telecronisti: "Stramaccioni ha uno stile non aggressivo, la preparazione gli permette di fare osservazioni notevoli"
"La telecronaca dei Mondiali 2022 di Andrea Stramaccioni? Ognuno ha il suo stile e il suo modo di fare. Lui va bene perché ha uno stile non aggressivo, non interferisce eccessivamente con un linguaggio che sia più degno del 'covercianese' che del Mondiale ed ha un background culturale che lo sostiene, e quindi fa bene". A dirlo è nientemeno che la celebre voce Rai delle telecronache calcistiche Bruno Pizzul che, in un'intervista all'Adnkronos a tutto tondo sui Mondiali in Qatar, promuove Andrea Stramaccioni come commentatore delle partite dei Mondiali in Qatar, che sono diventate ormai un fenomeno social.
"Fra le altre cose ha maturato un'esperienza sul territorio che gli consente di fare delle osservazioni notevoli", aggiunge Pizzul. Che fa poi alcune considerazioni sul modo di fare la telecronaca rispetto ai tempi andati. "E' cambiato -osserva Pizzul, prima voce per la Rai degli incontri della nazionale italiana di calcio dal 1986 al 2002 e di ben 5 Mondiali- perché adesso c'è questa pluralità di voci che determina un difficile equilibrio. La sensazione è che sia più un calcio parlato che un calcio proposto televisivamente. Per il resto sono tutti molto preparati, qualche volta troppo. E quando si sanno troppe cose hai la tendenza a dirle anche se non c'è la necessità di dirle. Cioè va a finire che anziché di Rivera parli della zia di Rivera".
In generale i Mondiali "sonodifficili per le situazioni extratecniche, ci sono state polemiche fin dall'assegnazione al Qatar, caratterizzata da un'importanza eccessiva dei risvolti economici, e si è passati sopra certe esigenze di carattere etico, morale e sociale. D'altra parte, nel momento in cui cerchi, e non è facile, di parlare esclusivamente dei risultati e di tecnica calcistica, direi che sono anche accettabili".
A partire dalle presenze negli stadi, su cui sono piovute critiche relative alla scarsa presenza di tifosi o alla presenza di tifosi 'fake' che sarebbero stati assoldati dai qatarioti. "Noi italiani, che critichiamo, dobbiamo fare qualche considerazione dal punto di vista della presenza negli stadi: gli stadi sono sempre pieni -scandisce Pizzul- Qualcuno dice che li riempiono in modo artificiale: ma io inviterei tutti a non dimenticare che quando abbiamo fatto i Mondiali in Italia, che siamo un Paese calcisticamente evoluto, io ho fatto delle partite a Verona o a Udine dove c'erano presenti 300 persone. Quindi quando andiamo a sindacare gli altri, ricordiamoci che noi non siamo immuni da errori".
La mancanza dell'Italia "dispiace, ma lo sport in genere e il calcio in particolare valgono solo in quanto trasmettono emozioni, e le emozioni non sono necessariamente e soltanto positive, possono essere anche negative. E il dispiacere che non ci sia l'Italia è bilanciato dalla presenza di squadre molto gradevoli", scandisce il noto cronista. E ammette che fare un pronostico non è facile: "Pronostico? E' difficile, ma ci sono squadre molto molto interessanti. La Spagna, ad esempio, che però poi ha dei problemi interni, e la stessa Inghilterra che io terrei in grande considerazione. Però poi succedono delle cose che sono assolutamente impreviste, e per una serie di circostanze particolari, anche cronologiche, come il fatto che siamo in inverno, possono succedere cose incredibili", conclude Pizzul.