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Basket: Bargnani, tra Nba e Olimpiadi ancora tanti sogni da realizzare/Adnkronos

Andrea Bargnani (Archivio Fip/ Ciamillo-Castoria)
Andrea Bargnani (Archivio Fip/ Ciamillo-Castoria)
05 febbraio 2016 | 09.36
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"Mi diverto ancora come un ragazzino e non mi stanco mai di puntare al top". Dieci anni di carriera Nba nel curriculum, davanti un'Olimpiade da conquistare con la Nazionale. A 30 anni, Andrea Bargnani ha ancora tanti sogni da inseguire sul parquet. "La voglia di giocare al più alto livello è più forte che mai, la volontà di dare il massimo in ogni allenamento e in ogni partita è sempre al massimo. Sono in questa lega da 10 anni, quando sono arrivato qui nel 2006 ero un ragazzino e dovevo imparare tanto, se non tutto", dice il lungo dei Brooklyn Nets.

Nel 2006 sbarcava in America come prima scelta assoluta. Dalla chiamata dei Toronto Raptors sono passati oltre 500 match e 7800 punti. "Se mi guardo indietro, rivedo un lungo percorso", dice. Il traguardo da raggiungere è sempre lo stesso: "Vincere. Si sogna l'anello dal momento in cui si arriva qui. Per quest'anno, ovviamente, non possiamo pensare di competere", dice riferendosi al deludente record di 12 vittorie e 38 sconfitte.

"I bilanci si fanno alla fine, sia a livello individuale che di squadra. La classifica non è positiva, ma stiamo vivendo una stagione particolare, sono cambiati il general manager e il coach. Non è una situazione facile, nessuno di noi nello spogliatoio è contento della posizione in classifica anche se il gruppo rimane comunque molto unito: siamo tutti concentrati per far bene nella seconda metà della stagione, abbiamo le qualità per farlo e per dare soddisfazioni alla franchigia e ai tifosi", dice.

Ci sono ancora una trentina di gare per provare a lasciare il segno. Poi, per il 'Mago', dopo un po' di riposo arriverà il momento di tornare in campo per il Preolimpico. La Nazionale, a Torino, a luglio andrà a caccia del pass per i Giochi di Rio. "Con Messina -dice riferendosi al ct- ci sentiamo con una certa frequenza. In questi 10 anni, in realtà, siamo sempre rimasti in contatto. Il feeling non si è mai interrotto". Motivo in più, se servisse, per dare il 101% quando si scenderà in campo per conquistare un posto a Rio. "Le Olimpiadi sono un appuntamento vitale", dice senza giri di parole. "E' un traguardo speciale per la nostra generazione: per me, Belinelli, Gallinari", dice allargando il discorso agli altri azzurri che militano nella Nba.

"Io -osserva- dopo 10 anni in questa lega sento di aver fatto qualcosa di importante: gioco contro i migliori del mondo, mi piace affrontarli e voglio continuare a farlo. Mi rendo conto che le esperienze davvero speciali da vivere in campo si contano sulle dita di una mano: vincere il titolo Nba, giocare un'Olimpiade o vincere un Europeo con la propria Nazionale, vincere un'Eurolega", spiega.

Nello sport a stelle e strisce spesso si misurano prestazioni e carriere attraverso le cifre. Con i Nets, Bargnani ha offerto il rendimento migliore quando è stato impiegato per 22 minuti di media e ha viaggiato a 14.2 punti e 5 rimbalzi. Dwight Howard, Draymond Green, Monta Ellis sono solo alcuni giocatori che in ruoli diversi hanno la stessa media punti dell'azzurro. Li realizzano però in oltre 30 minuti di utilizzo, mentre per Bargnani arrivano nelle serate in cui è impiegato poco più di 20 minuti. I numeri, se si vuole approfondire, dicono anche che nelle 13 partite in cui il romano ha giocato più di 15 minuti, la differenza plus/minus dei Nets con Andrea dentro/fuori dal campo è di +9,01.

"Ho 30 anni e continuo ad imparare, continuo ad arricchire il mio bagaglio. Quando ho esordito nella Nba, a 21 anni, non facevo molte delle cose che faccio ora. Semplicemente, ne ignoravo l'importanza. Ora so perfettamente come gestirmi, so quanto sia importante curare l'alimentazione in ogni momento. E so altrettanto bene quanto sia importante lavorare sempre in maniera metodica. Rispetto allo scorso anno ho aggiunto qualche altro tassello al mio mosaico, il prossimo anno ne aggiungerò qualche altro", afferma.

Nel 2016-2017, sui parquet a stelle e strisce non ci sarà più Kobe Bryant. La stella dei Los Angeles Lakers sta vivendo l'ultima stagione della strepitosa carriera e si sta congedando dalla Nba con un lungo addio, accompagnato ogni sera dai tifosi delle altre squadre. "Nella lega si respira un'aria particolare, è come se si stesse ritirando Michael Jordan. E' uno show molto americano? Credo che Kobe abbia scelto il timing perfetto per lasciare, ogni partita dei Lakers è un tributo al suo talento", dice Bargnani.

Il 2015-2016 rischia di diventare una stagione speciale anche per le imprese dei Golden State Warriors. I campioni in carica puntano a superare il record di 72 vittorie stabilito dai Chicago Bulls nel '95-'96. "I Warriors giocano una pallacanestro impressionante, affrontarli e' sempre un compito estremamente duro. Siamo andati vicini alla vittoria sul loro campo. Chissà, poteva essere una svolta per noi. In questo momento Golden State è senza rivali, se è vero che rifila 25-30 punti a San Antonio e a Cleveland, squadre che puntano al titolo", osserva. "I campioni in carica meritano i favori del pronostico nella corsa al titolo e non vedo altri MVP al di là di Stephen Curry in questo momento. I playoff, però, sono un'altra competizione. Lì, magari, qualcosa può cambiare".

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