Il vaccino anti Covid-19 è "un 'bene comune', la cui produzione e distribuzione a favore di tutti i Paesi del mondo" non può essere lasciata alle leggi del mercato. E questa indicazione deve essere "un obbligo", a livello internazionale, per la politica. Così come le aziende farmaceutiche devono assumere la propria responsabilità sociale. Serve poi raggiungere una copertura ottimale, senza escludere "l'obbligatorietà in caso di emergenza", soprattutto in alcune categorie. E garantire un'informazione corretta. Sono queste, in sintesi, le indicazioni del Comitato nazionale per la bioetica (Cnb) della Presidenza del Consiglio dei ministri, che oggi ha pubblicato il parere 'I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione', approvato nel corso della seduta plenaria del 27 novembre.
Il parere - che è stato curato dal presidente del Cnb Lorenzo d'Avack e dal vicepresidente vicario Laura Palazzani, avvalendosi dei contributi di Cinzia Caporale, Silvio Garattini e Luca Savarino - nel dettaglio intende "proporre una riflessione etica generale sul tema dei vaccini con particolare riferimento alla ricerca, alla produzione e alla distribuzione nell'ambito della pandemia Covid-19, partendo dalla consapevolezza delle condizioni di incertezza sul piano scientifico ed epidemiologico sul virus. Prendendo atto delle numerose sperimentazioni in corso, il Cnb sottolinea sul piano etico come l'emergenza pandemica non debba portare a ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti".
Il Comitato ritiene poi che "il vaccino debba essere considerato un 'bene comune', la cui produzione e distribuzione a favore di tutti i Paesi del mondo non sia regolata unicamente dalle leggi di mercato. Questa raccomandazione non deve rimanere un mero auspicio - precisa - ma piuttosto un obbligo a cui deve far fronte la politica internazionale degli Stati". Il Cnb ritiene inoltre "indispensabile che le aziende farmaceutiche riconoscano la propria responsabilità sociale in questa grave condizione pandemica". Il Comitato richiama quindi "l'imprescindibilità della riflessione etica" per le scelte di distribuzione e la definizione delle priorità di somministrazione.
"A fronte delle incertezze sui vaccini", il Comitato nazionale di bioetica ritiene che "i criteri anche etici per individuare le priorità di categorie non possano in questo momento che essere tendenzialmente generali, da ulteriormente precisare in funzione delle nuove conoscenze scientifiche sul vaccino e della quantità di dosi inizialmente disponibili, sapendo che non sarà possibile curare tutti allo stesso momento". Il Cnb, tuttavia, fin da ora sottolinea "l'importanza che ogni scelta di distribuzione si richiami al principio morale, deontologico e giuridico generale della uguale dignità di ogni essere umano e di assenza di ogni discriminazione, oltre che al principio integrativo della equità, ossia della particolare considerazione di vulnerabilità per specifici bisogni".
Il Comitato, inoltre, ritiene che "debbano essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l'obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all'infezione e alla trasmissione della stessa". E' auspicabile però che "tale obbligo sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l'adesione spontanea da parte della popolazione".
Infine, "premessa indispensabile affinché alla pianificazione della distribuzione consegua una accettazione della vaccinazione da parte dei cittadini", per il Cnb è "una informazione e comunicazione trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, basata su dati scientifici sempre aggiornati. Una specifica attenzione dovrebbe essere rivolta alla identificazione delle fonti di disinformazione e falsa informazione. Per una equa distribuzione del vaccino il Comitato raccomanda una discussione multidisciplinare, che includa la riflessione etica, adeguata rispetto alla situazione concreta".