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Tumori: storia di Francesca, dopo la mielofibrosi pronta a scalare il Monte Bianco

Su Alleati per la Salute e Mielo-Spieghi la sfida “fino in cima” di una paziente simbolo per chi ha cancro raro sangue

Monte Bianco (immagine di repertorio) - FOTOGRAMMA
Monte Bianco (immagine di repertorio) - FOTOGRAMMA
17 maggio 2022 | 15.04
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Salirà “fino in cima” al Monte Bianco Francesca Masi, paziente con mielofibrosi idiopatica cronica e appassionata di trekking. A cinque anni dalla diagnosi e due dal trapianto di midollo osseo, proverà a raggiungere gli oltre 4mila metri del Tetto d’Europa. La sua sfida diventerà quella di tutta la comunità dei pazienti che potranno seguire l’impresa nella rubrica “Fino in cima” con post dedicati, video messaggi, un video diario di aggiornamento settimanale, postcard e reportage nella pagina Fb Mielo-Spieghi. Con la sua impresa, Francesca ricorda alla community di pazienti e caregiver che una gestione tempestiva e corretta delle neoplasie mieloproliferative croniche anche se non sempre porta alla guarigione – cosa avvenuta per lei - permette di continuare ad avere piccoli o grandi obiettivi e di “ritornare alla vita”.

È quanto riporta un articolo pubblicato su Alleati per la Salute (www.alleatiperlasalute.it) il portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.

“L’idea di scalare il Monte Bianco nasce prima della diagnosi - spiega Francesca, appassionata di montagna da sempre - Dopo la diagnosi sembrava impossibile. Invece, adesso grazie alle cure ho ritrovato uno stato di salute tale da far diventare quell’obiettivo una realtà”.

“La sfida - fa notare - è personale” ma l’intento è anche “dare coraggio” alle persone che come lei “stanno male e che possono essere ispirate dal fatto che un’altra persona può stare meglio così tanto da affrontare un’impresa sportiva”. Un pensiero speciale e pieno di riconoscenza della scalatrice è per “i donatori di sangue e di midollo che permettono ai medici di curarci e, a noi, di stare infinitamente meglio”.

Ripensando alla diagnosi, Francesca dice: “È stato il momento più difficile della mia vita. Ho ricevuto la diagnosi di mielofibrosi a 40 anni. In quel momento - ricorda - la vita si sgretola, tutti i pensieri si concentrano su come fare per sopravvivere”. Da appassionata di trekking ha avuto “la netta sensazione di scalare una montagna di cui non vedi la fine”. Per questo, aggiunge, “è fondamentale conservare la voglia di vivere, per superare questo momento”.

Per l’impresa tanto sperata, niente è stato lasciato al caso: c’è un team per la scalata che è stata preparata “in maniera serissima con un preparatore atletico e una guida alpina per affrontare il percorso in modo graduale” sottolinea Francesca che aggiunge: “Quello che porterò fino in cima è il sostegno di tante persone della community di Mielo-Spieghi che ringrazio fin da adesso. Spero di lasciare a valle tutte le angosce e le paure legate alla malattia e alla possibilità che si ripresenti. Spero - conclude - di continuare a star bene ed essere finalmente fuori da questo percorso molto, molto difficile”.

A tutti i pazienti con mielofibrosi il messaggio è chiaro: dopo la diagnosi è importate essere attivi e gestire la malattia perché, anche se non tutti guariscono, è possibile monitorare regolarmente i sintomi e l’andamento delle neoplasie mieloproliferative croniche anche con tool come l’utile e intuitivo MPN Tracker.

L’articolo completo è disponibile su: https://www.alleatiperlasalute.it/la-voce-del-paziente/scalare-il-monte-bianco-dopo-la-mielofibrosi-la-sfida-fino-cima-su-mielo-spieghi

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