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Sanità, Renzi: "E' finito il tempo dei tagli lineari"

Sanità, Renzi:
27 settembre 2016 | 10.05
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"È finito il tempo dei tagli in sanità, ma dobbiamo gestire in modo diverso il tema dei costi standard. L'Italia deve smetterla con i tagli lineari. Sulla sanità è evidente che si è tagliato anche troppo". Lo ha detto il premier Matteo Renzi , oggi in visita all'ospedale San Raffaele di Milano, rispondendo anche a un appello lanciato dai vertici della struttura che hanno chiesto più attenzione "per le eccellenze sanitarie come il San Raffaele" e regole del Ssn "che restino aperte".

Renzi ha ricordato: "Abbiamo 112 mld sul fondo sanitario nazionale, erano 106" qualche anno fa. "Stiamo dunque continuando a risalire. Per la sanità la nostra spesa sul Pil non è più alta degli altri Paesi. Ma bisogna fare una scommessa che parta dall'inizio, dalla scuola, dai comportamenti corretti della vita quotidiana, e valorizzare le professionalità di chi dedica la sua vita per gli altri". Come "medici e infermieri".

Il premier, al termine del breve tour nell'ospedale San Raffaele, è stato accolto dagli applausi della platea nell'aula Caravella, dove sedevano tanti studenti e camici bianchi. Fra gli altri, presente anche Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione cardio-toraco-vascolare e generale dell’ospedale San Raffaele di Milano e medico personale di Silvio Berlusconi.

Renzi ha espresso al personale "un saluto di gratitudine" e ha raccontato degli incontri fatti lungo la sua visita in via Olgettina. Da "Martina, studentessa bresciana che si è laureata oggi e le è spuntata una lacrima di gioia", a una signora che "ha il marito in cura per un cancro, e ha usato anche parole dure". E poi un "ragazzo calabrese che è qui da tre mesi per un trapianto di midollo". Fra i reparti visitati, l'Urologia diretta da Francesco Montorsi, "dipinta come uno dei reparti top a livello europeo".

"Ho sentito storie diverse - ha riassunto Renzi - e visto la normalità delle storie di tutti i giorni". Il premier ha precisato: "Non c'è una preclusione ideologica verso le realtà dell'eccellenza, anzi. Ma contemporaneamente vi chiedo io una cosa: di dimostrare all'Italia che si può puntare in alto e sognare in grande. Questo non in contraddizione con la professione quotidiana" e con la realtà "che in una corsia di ospedale è quasi sempre una condizione di dolore. Stimo i medici e gli infermieri che hanno una forza d'animo straordinaria e che devono affrontare i problemi, fare una diagnosi e farlo con umanità, avendo dall'altra parte del lettino non un numero, ma una persona in carne e ossa. Bisogna puntare in alto. Non accontentiamoci di chi ci dice che il tempo dell'Italia è soltanto passato. Avremo i nostri difetti, faremo i nostri sbagli. Ma quello che dimostra anche la storia del San Raffaele è che da una difficoltà si può ripartire, puntando all'eccellenza. È quello che deve fare anche il Paese".

"SI GIOCHI PARTITA INTERNAZIONALE O ITALIA IN SERIE B" - "Con la qualità delle nostre donne e uomini che lavorano in sanità, dico che l'Italia può giocare in serie A", ma la partita va giocata "a livello internazionale, nella Champions League" ha rimarcato Renzi.

"Abbiamo come Paese molti difetti, ce li raccontiamo tutti i giorni ed è utile, perché bisogna cambiare e non si può mettere la polvere sotto un tappeto. Ma a fronte dei problemi che stiamo cercando finalmente di risolvere c'è però un Paese che è tra i primi fronti al mondo nel settore della sanità - ha scandito - e intendo anche dell'innovazione, del farmaceutico, degli stili di vita e di tutto quello che ha a che vedere con la professione sanitaria. Abbiamo un Paese in cui si vive più che negli altri, siamo il secondo per longevità al mondo. Abbiamo eccellenze nel capitale umano che dobbiamo valorizzare di più, uscendo dalla retorica dei cervelli in fuga. Perché non è che uno che resta qui non è un cervello".

"Oggi sembra che l'Italia sia diventato un posto dove non succede mai niente, ma dobbiamo cambiare alcune cose, smetterla con tagli lineari sulla sanità - ha ribadito - C'è un Paese che è tra i più forti al mondo e se non acquisisce la consapevolezza che questa è la partita da giocare si ritroverà in serie B. Ci troviamo tra Regioni a giocare il campionato di serie B. L'Italia invece può giocare la Champions".

"TUTTI D'ACCORDO SU EMA A MILANO" - La missione di portare in Italia, a Milano, l'Agenzia europea del farmaco "ci ha visto tutti d'accordo: governo, sindaco, regione. Ci siamo detti: puntiamo alla candidatura su sanità e farmaco" ha detto poi Renzi nel suo discorso al termine della visita all'ospedale San Raffaele. E poi c'è il progetto dell'Human Technopole, nell'area che ha ospitato l'Expo 2015. "Un progetto in cui si possa vedere quello che c'è: una spinta a Milano per essere punto di riferimento per tutto il Paese, e una spinta all'Italia a non accontentarsi, e a puntare in alto" ha affermato il presidente del Consiglio.

Milano, ha sottolineato Renzi, va valorizzata e mostrata come città "alla pari con altri centri" importanti del mondo, va resa un "luogo in cui le eccellenze siano libere di agire senza troppi vincoli burocratici". Il premier è tornato a far riferimento al San Raffaele, "intuizione geniale e folle di un sacerdote che si dimostrò visionario". Questa realtà "ha avuto i problemi che tutti sappiamo e sono grato a Rotelli per aver investito qui, al management per il salvataggio" di questa struttura "perché i conti erano quello che erano e poteva diventare un'altra realtà persa. Oggi la sfida è puntare più in alto".

"Sono anni - ha proseguito - che alla politica chiediamo di fare riforme, ed è giusto. Ma quello che è mancato negli ultimi vent'anni è la dimensione della visione: credo che nei prossimi vent'anni il mondo sarà completamente trasformato. Le innovazioni in sanità trasformeranno il nostro modo di vivere più di quanto la tecnologia abbia trasformato la quotidianità della nostra esistenza". In questo quadro di trasformazione, però, ha aggiunto, "c'è bisogno di un'Europa che non sia rivolta con la testa al passato. Il mondo che ci aspetta è più bello, è una straordinaria opportunità per chi avrà la forza e la volontà di crederci".

APPELLO AD S.RAFFAELE A RENZI CONTRO TAGLI - "Benvenuto nel tempio della medicina, in un'eccellenza assoluta di questo Paese, in un'istituzione 100% 'made in Italy', benvenuto al San Raffaele". E' l'accoglienza ricevuta oggi a Milano dal premier Renzi, in visita all'Irccs. Ma le parole di Nicola Bedin, amministratore delegato del Gruppo ospedaliero San Donato cui fa capo la struttura, precedono un appello. "Talvolta - ha sottolineato l'Ad - il San Raffaele ritiene di non essere trattato come si merita. Dal 2011, con la politica dei tagli lineari, ha subito riduzioni di finanziamenti pesanti. Ci appelliamo a lei perché, se i tagli ci devono essere, almeno siano selettivi e non colpiscano istituzioni come la nostra che vanno supportate e non penalizzate".

"Anche i finanziamenti alla ricerca sono calati - ha continuato Bedin - nonostante la nostra produttività scientifica sia aumentata a livelli record. E l'università Vita-Salute è pronta a investire per crescere. La nostra disponibilità ad aumentare i posti per i candidati a Medicina è stata disattesa. Non siamo qui per lamentarci - ha precisato il manager - ma sento il dovere di sollecitare un'attenzione maggiore e so che stima il nostro lavoro".

"Il San Raffaele è parte del Gruppo ospedaliero San Donato - ha ricordato l'Ad - una rete di 18 ospedali di cui 3 Irccs. E anche per dimensione ci paragoniamo ad altri leader del settore europeo. Un posto unico dove nello stesso luogo si fa attività clinica, di ricerca e didattica universitaria. Non è solo un grande ospedale, baluardo del Ssn pubblico, è anche un istituto scientifico, è un'università che ogni anno forma ottimi medici, psicologi e filosofi. Il San Raffaele è le 6mila persone che lo compongono: dai medici agli infermieri, dagli scienziati ai manager e agli impiegati". Bedin ha annunciato: "Siamo anche pronti a investire. C'è il progetto di un nuovo edificio, i lavori cominceranno in primavera 2017".

"Sarà un ospedale nell'ospedale - ha spiegato Bedin - con 20 sale operatorie, un nuovo e moderno pronto soccorso e reparti di degenza per 300 posti letto. Guardiamo al futuro con fiducia e siamo pronti e disponibili a partecipare anche all'iniziativa di Human Technopole".

Un progetto che ha strappato a Renzi la promessa di tornare al San Raffaele. "Il mio è un arrivederci alla prima pietra" del nuovo edificio, ha detto parlando al personale e agli studenti universitari riuniti per ascoltarlo nell'aula Caravella. "Questo è un progetto che è anche bello dal punto di vista estetico. Io vengo da una città in cui l'ospedale degli Innocenti lo hanno fatto fare a Brunelleschi, come scelta politica. Gli hanno fatto fare la cupola, ma anche il luogo dell'accoglienza degli ultimi. Hanno scelto il grande architetto perché anche il luogo del dolore è un luogo di bellezza. Ci diamo dunque un appuntamento alla primavera per il nuovo Pronto soccorso, ma soprattutto ci diamo un appuntamento per il grande progetto di Human Technopole".

Un appello al premier è arrivato anche dal presidente dell'ospedale San Raffaele, Gabriele Pelissero: "Ci aiuti a continuare a fare quel che stiamo facendo. Sappiamo che abbiamo problemi di regole e impostazione sul Ssn. Noi vogliamo continuare a essere un ospedale degli italiani, con pazienti che arrivano anche da tutto il mondo, abbiamo una straordinaria istituzione di ricerca. E' importante, però - ha concluso - che le regole del Ssn continuino a essere regole aperte, che consentano a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dal luogo di residenza, di accedere alle eccellenze ospedaliere".

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