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Nel cromosoma X il segreto della longevità in rosa

AnzianaPio Albergo Trivulzio - FOTOGRAMMA
AnzianaPio Albergo Trivulzio - FOTOGRAMMA
18 dicembre 2018 | 10.36
LETTURA: 4 minuti

Altro che sesso debole. In tutto il mondo, in media, le donne sopravvivono agli uomini. Questo è vero in salute e in malattia, in guerra e in pace, persino durante gravi epidemie e carestie. Nella maggior parte delle specie animali, in effetti, le femmine vivono più a lungo dei maschi. Ora, gli scienziati dell'University of California a San Francisco puntano il dito sulla genetica per spiegare questo fenomeno, che - se non preclude l'influenza di altri fattori biologici, sociali e ambientali - suggerisce un ruolo importante per il secondo cromosoma X, presente solo nei mammiferi di sesso femminile.

Il cromosoma X contiene molti geni legati al cervello ed è cruciale per la sopravvivenza. Senza almeno una X, un animale non può vivere. Il cromosoma Y, presente solo nei maschi, contiene pochissimi geni diversi da quelli 'chiave' per le caratteristiche sessuali secondarie, come i genitali maschili e i peli sul viso, e non è necessario per la sopravvivenza. I ricercatori hanno somministrato ad alcuni topolini quattro diverse combinazioni di cromosomi e gonadi: i due presenti in natura - XX con ovaie e XY con testicoli - e altri due creati in laboratorio - XX con testicoli e XY con ovaie. I topi erano geneticamente identici tranne che per i loro cromosomi sessuali, ma anche quando tutto il resto era lo stesso, la sopravvivenza risultava favorita dal fatto di avere due X. Quando le due X erano combinate con le ovaie, inoltre, i topi arrivavano a una longevità massima per la propria specie.

"Ci siamo chiesti a lungo che cosa causi la longevità femminile", ha detto Dena Dubal, associata di neurologia presso l'Ucsf e fra gli autori dello studio pubblicato su 'Aging Cell'. "Si può immaginare che la natura abbia spinto le donne a evolversi in questo modo: se vivrai più a lungo, puoi davvero assicurare il benessere della tua prole, e forse anche della loro progenie".

L'esperimento, condotto da Emily Davis, studentessa del Corso di Laurea in Scienze Biomediche presso l'Ucsf, è il primo studio meccanicistico a dimostrare che le femmine vivono più a lungo dei maschi e che l'accoppiata XX governa in gran parte questa caratteristica, almeno nei topi anziani. Per la ricerca il team ha manipolato il gene Sry, che normalmente si trova sul cromosoma Y e causa lo sviluppo di testicoli e altre caratteristiche maschili. Nei topi geneticamente modificati, Sry è stato spostato su un cromosoma diverso che non determina il sesso, quindi poteva essere ereditato indipendentemente dal fatto che un topo avesse o meno un cromosoma Y.

I ricercatori hanno scoperto così che avere sia cromosomi sessuali che gonadi femminili prolungava la vita in topi che avevano tra 12 e 30 mesi, l'equivalente per questo animale della mezza età e dalla vecchiaia. Ma la maggior parte dell'effetto proveniva dai cromosomi sessuali. I topi XX vivevano più a lungo dei topi XY, indipendentemente da ovaie o testicoli. Ma i topi che vivevano più a lungo avevano anche le ovaie, oltre a due cromosomi X. In altre parole, mostravano la naturale biologia del topo femmina.

"Questo suggerisce che gli ormoni prodotti dalle gonadi femminili aumentano la durata della vita nei topi con due cromosomi X, influenzando il modo in cui l'animale si sviluppa o attivando determinati percorsi biologici durante la sua vita", ha detto Dubal. Neurologa e neuroscienziata specializzata nell'invecchiamento in buona salute, Dubal sta studiando in che modo i cromosomi X e Y esercitino i loro influssi sulla longevità. "Non abbiamo ancora capito come il secondo cromosoma X diminuisca la mortalità nel corso dell'invecchiamento", ha detto. Ma molto nella letteratura scientifica suggerisce un effetto profondamente protettivo del secondo cromosoma X. Nelle femmine, metà della coppia XX viene casualmente "silenziata" in ogni cellula dell'organismo. Ma "quando le cose vanno male in vecchiaia, avere un cromosoma X in più potrebbe rivelarsi benefico", conclude la studiosa.

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