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Salute

Tè e cioccolato proteggono il fegato

Dieta mediterranea - Fotolia
Dieta mediterranea - Fotolia
12 aprile 2018 | 17.01
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Una dieta in stile mediterraneo, con una buona dose di verdure e 'arricchita' di yogurt, tè e cioccolato, espone a un minore rischio di ospedalizzazione i pazienti con cirrosi epatica e determina una presenza di batteri intestinali molto diversificati, una condizione che predispone a un maggior benessere. Lo indicano i risultati di uno studio internazionale che ha coinvolto 300 persone in Usa e Turchia, presentato oggi al congresso dell’Associazione europea degli studi sul fegato (Easl) a Parigi. La ricerca ha dimostrato che l'intera coorte turca, sia le persone con cirrosi compensata sia quelle con cirrosi scompensata, risulta essere più sana, rispetto ai pazienti statunitensi dello stesso tipo.

La cirrosi epatica uccide un milione di persone ogni anno nel mondo - hanno spiegato gli esperti - E' quindi una causa di morte importante, in crescita ma in gran parte prevenibile. Il rischio di morte per questa malattia è però diverso da paese a paese, ed è legato principalmente al consumo di alcol, ma anche al tipo e alla qualità, e alla presenza di epatite virale B e C.

Inoltre la dieta è un fattore determinante della composizione microbica dell'intestino, che ha un ruolo nell’insorgenza e nella progressione della cirrosi epatica. Ma "ci sono pochissime informazioni che attualmente collegano la dieta, la diversità microbica e gli esiti clinici in pazienti con cirrosi - ha detto Jasmohan Bajaj, della Virginia Commonwealth University e del McGuire Va Medical Center di Richmond (Usa) e autore dello studio - La nostra ipotesi per questo studio era che la dieta e la gravità della malattia interagiscono per determinare la composizione del microbiota e, in definitiva, i risultati clinici in pazienti con cirrosi epatica".

Lo studio presentato da Bajaj ha reclutato tre gruppi di individui negli Stati Uniti (157) e in Turchia (139): persone sane come controllo, pazienti ambulatoriali con cirrosi compensata e pazienti ambulatoriali con cirrosi scompensata. Tutti sono stati sottoposti all'analisi del microbiota (di alimenti e di feci) e quelli con cirrosi epatica sono stati seguiti per almeno 90 giorni in modo da raccogliere dati sui ricoveri non elettivi. La popolazione americana tendeva a seguire una dieta 'occidentale', con un consumo relativamente basso di alimenti fermentati (yogurt, ad esempio), mentre il gruppo turco mangiava in stile mediterraneo, con un'alimentazione ricca di verdure e cibi fermentati.

Dalle analisi realizzate il microbiota intestinale dei pazienti turchi risultava significativamente più vario rispetto alla coorte degli Stati Uniti e, in questo, non vi era alcuna differenza tra le persone sane e quelle con cirrosi epatica in Turchia. Al contrario, nella coorte degli Stati Uniti, la diversità era più alta nel gruppo di controllo e più bassa tra quelli con cirrosi scompensata: caffè, tè, verdure, cioccolato e alimenti fermentati 'predicevano', in pratica, una maggiore diversità. "Si tratta del primo studio a confermare un legame tra dieta, diversità microbica ed esiti clinici nella cirrosi epatica", ha detto Bajaj aggiungendo che "sono necessarie ulteriori ricerche per valutare se le modificazioni dietetiche possono migliorare sia la diversità microbica che i risultati clinici in questi pazienti".

"Questo studio - commenta Annalisa Berzigotti, dell'Università di Berna e componente del board dell'Easl - ha una grande importanza perché dimostra che la dieta mediterranea ricca di antiossidanti ha un effetto protettivo non solo nelle prime fasi della malattia epatica cronica, ma anche in quelle più avanzate".

"Indipendentemente dal fatto che i cambiamenti dietetici possano essere usati come uno strumento non farmacologico per migliorare i risultati dei pazienti in cirrosi, bisogna proseguire con studi specificamente progettati che tengano conto di possibili fattori confondenti. Tuttavia, questo studio si aggiunge alle prove esistenti che indicano un robusto effetto benefico di una dieta in stile mediterraneo sulla salute umana", conclude Berzigotti.

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